di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Via libera al decreto Recovery. Quello che contempla la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con la creazione di una Cabina di regia affidata a Palazzo Chigi, il superbonus al 110% (con chiarimenti ma non per l’estensione per la quale bisognerà attendere comunque la Legge di Bilancio), e semplificazioni per le procedure in campo ambientale, amministrativo e digitale. Con l’ultima fiducia a Palazzo Madama, dopo quella alla Camera, il decreto diventa legge.
Ecco le principali novità del decreto Recovery
Arriva la Cila per il superbonus: le nuove norme chiariscono che, anche in caso di interventi strutturali, per procedere basterà la sola Comunicazione di inizio lavori (Cila) e non servirà la Scia. Il modulo unico nazionale è in dirittura d’arrivo in attesa dell’esame della Conferenza unificata. Per le opere di edilizia libera nella Cila è richiesta la sola descrizione dell’intervento, mentre in caso di variazioni in corso d’opera basterà comunicarle a fine lavori come integrazione della stessa comunicazione originaria. Diventa tutto più semplice. Nella richiesta del superbonus 110%, il cappotto termico sarà in deroga alle distanze minime tra i palazzi e i pannelli fotovoltaici potranno essere montati anche nelle zone A dei centri storici purché integrati e non riflettenti. In caso di errori formali che “non arrecano pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo”, non è prevista la decadenza delle agevolazioni. Invece nel caso di violazioni rilevanti ai fini delle erogazioni degli incentivi, la decadenza del beneficio si applica limitatamente al singolo intervento oggetto di irregolarità od omissione.
Inoltre chi acquista un immobile oggetto di interventi di ristrutturazione avrà 30 mesi e non più 18 per stabilire la propria residenza nel Comune dell’immobile e pagare l’imposta di registro ridotta del 2%. In caso di ricorso al Tar, le opere del Pnrr, considerate al pari di quelle strategiche, proseguiranno il loro iter e non subiranno interruzioni.
Per la lotta al dissesto idrogeologico arrivano i commissari. I presidenti di Regione potranno continuare ad esercitare questo ruolo ma dovranno rispettare il cronoprogramma, altrimenti saranno sostituiti. Tagliati anche i tempi per gli espropri “mantenendo le salvaguardie minime di diritti costituzionalmente garantiti”. Il ministero della Transizione ecologica dovrà cercare l’intesa con i governatori per la predisposizione dei decreti per la mitigazione del rischio. Qualora venga richiesto dai parlamentari, lo stesso ministero dovrà tenere conto del Parlamento sui progetti ambientali. Troppi decreti attuativi fermi nei corridoi dei ministeri e troppi fondi parcheggiati. Solo al ministero dell’Economia ci sono 14 miliardi da sbloccare: governo e Parlamento uniscono le forze per imprimere una svolta con la creazione di una Rete per l’attuazione ad hoc.
Inoltre il Decreto Recovery blinda per legge la scelta di destinare il 40% delle risorse del Pnrr al Sud. I comuni, con l’Anci e anche l’Upi, al pari delle Regioni, potranno sedere nella cabina di regia quando vengono esaminate questioni di interesse locale. Roma capitale entra invece nel tavolo permanente con le parti sociali. Nei quattro organismi creati ad hoc per la governance dovrà essere rispettata la parità di genere. Ci sarà un anno in più per le società concessionarie di servizi pubblici ottenuti senza gara per affidare a terzi l’80% dei contratti di lavori, servizi e forniture relativi alle concessioni superiori a 150mila euro.
Slitta al 30 ottobre la scadenza per la raccolta delle firme, che d’ora in poi potranno essere anche digitali. Aperte le porte al voto elettronico anche per le amministrative. Le liste dei candidati potranno essere trasmesse alla commissione Antimafia entro 75 giorni dalle urne. Il governo potrà obbligare temporaneamente i possessori di un brevetto su medicinali essenziali per la salute a concederne l’uso ad altri soggetti qualora si trovi ad affrontare un’emergenza sanitaria.