Sono chiamate “condizionalità verdi” o, all’inglese, “condizionalità green” e rappresentano uno dei nuovi obblighi per le imprese ai fini degli aiuti di stato nel settore dell’energia. E oggi il decreto disciplinante tali obblighi è stato finalmente firmato. Lo fa sapere il Ministero dell’Ambiente e sicurezza energetica (MASE) in una breve nota stampa.
“Questo provvedimento trova un punto di equilibrio tra la necessità di garantire competitività a chi opera in settori esposti a forte concorrenza internazionale e quella di proseguire sulla strada della decarbonizzazione”, commenta a margine della firma il ministro Pichetto. “Offriamo insomma alle imprese energivore un orizzonte di efficacia e certezza nelle scelte di investimento”.
Cosa sono le condizionalità verdi
Per comprendere l’importanza dell’atto bisogna risalire al DL del 29 settembre 2023, n. 131, contenente “Misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio”. L’articolo 3 del decreto legge ha introdotto una riforma del regime di agevolazioni a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica (energivore) al fine di adeguare la normativa nazionale alla comunicazione della Commissione europea di febbraio 2022 (2022/C 80/01).
Nel dettaglio la norma ha previsto alcuni requisiti chiave per poter accedere agli incentivi, livelli minimi di contribuzione in funzione dei diversi criteri di ammissibilità e la previsione di obbligo di diagnosi energetica. E ovviamente le condizionalità verdi. Di cosa si tratta? Secondo il DL le imprese energivore agevolate hanno l’obbligo ulteriore di adottare almeno una delle seguenti misure:
- “attuare le raccomandazioni di cui al rapporto di diagnosi energetica, qualora il tempo di ammortamento degli investimenti a tal fine necessari non superi i 3 anni e il relativo costo non ecceda l’importo dell’agevolazione percepita;
- ridurre l’impronta di carbonio del consumo di energia elettrica, fino a coprire almeno il 30% del proprio fabbisogno con energia prodotta da fonti che non emettono carbonio;
- investire una quota pari almeno al 50% dell’importo dell’aiuto in progetti che comportano riduzioni sostanziali delle emissioni di gas a effetto serra“.
Lo stesso testo assegna all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) il compito di effettuare i controlli per accertare l’adempimento dell’obbligo della diagnosi energetica.
“Con il decreto – continua il comunicato stampa del MASE – si completa il quadro delle regole riguardanti la misura agevolativa per le imprese a forte consumo di energia elettrica, introdotta dal decreto 131 del 2023 in linea con le nuove linee guida sugli aiuti di Stato. Il testo è frutto del lavoro congiunto del Ministero con GSE, ENEA e ISPRA, oltre che di un ampio confronto con le imprese interessate”. Il prossimo passo? L’apertura della sessione suppletiva, per l’anno 2024, del portale gestito da CSEA per l’iscrizione dell’Elenco delle imprese energivore.
leggi anche Incentivi al fotovoltaico per aziende, i contributi 2024