Rinnovabili

PPA, la chiave per il decommissioning accelerato di 800 centrali a carbone nel mondo

Decommissioning centrali a carbone: conveniente chiudere 800 impianti
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Nel 2023 il decommissioning di centrali a carbone nel mondo ha rallentato

Solo per il 10% della capacità mondiale di carbone è previsto il decommissioning entro il 2030. È proprio il rallentamento della chiusura delle centrali il fattore che ha portato la fonte fossile più inquinante a crescere anche nel 2023, del 2% sull’anno prima. Escludendo la Cina, nel resto del mondo sono entrati online 22,1 nuovi GW contro solo 17,4 GW ritirati. Soprattutto perché Stati Uniti ed Europa hanno frenato lo stop agli impianti. Eppure, il decommissioning delle centrali a carbone e il passaggio a fonti di energia pulita sarebbe economicamente conveniente attorno al 2030 anche in molte economie emergenti, e per centinaia di siti: circa 800 impianti.

Decommissioning centrali a carbone, la formula basata sui PPA

Come? Combinando investimenti su larga scala nelle energie rinnovabili e power purchase agreements (PPA) calibrati per coprire tutti i costi associati alla transizione verso le rinnovabili. È la formula che permetterebbe il decommissioning di centrali a carbone in quei paesi 10 anni prima di quanto è previsto al momento.

Al tempo stesso, questo modello fornisce “le basi per attrarre ingenti investimenti diretti esteri e creare nuove significative opportunità di lavoro”, sottolinea Paul Jacobson dell’IEEFA, autore di un rapporto rilasciato il 18 giugno, che analizza nel dettaglio queste possibilità in 5 paesi (Botswana, Colombia, Marocco, Romania, Tailandia).

Il modello proposto dall’IEEFA prevede la realizzazione e l’introduzione graduale delle energie rinnovabili in concomitanza con una graduale riduzione e chiusura della capacità di generazione da carbone. I guadagni significativi derivanti dai PPA sulle rinnovabili, garantiti per 20-30 anni, riescono a ripagare tutti i costi associati alla transizione dal carbone all’energia pulita. Inclusi lo smantellamento dei siti, il recupero delle perdite patrimoniali derivanti dalla chiusura di un asset operativo, il finanziamento dei PPA, la costruzione e lo sviluppo di energie rinnovabili, la riqualificazione delle competenze della forza lavoro, e l’aggiornamento delle infrastrutture di rete per supportare più energia pulita nel mix.

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