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A Stezzano sorgerà il quartier generale della decarbonizzazione

Decarbonizzazione: a Stezzano il sito-vetrina di Schneider Electric
L’Innovation Hub di Stezzano. Crediti: Schneider Electric

In collaborazione con Schneider Electric

(Rinnovabili.it) – Un’area di 80mila metri quadri in cui lavorano 800 persone tra direzione, uffici amministrativi, marketing, l’Innovation Hub e due stabilimenti produttivi. È il sito di Schneider Electric che occupa la quota maggiore dell’impronta di carbonio complessiva in Italia. Ed è da qui, da Stezzano, che quest’anno l’azienda leader nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione ha deciso di accelerare il suo percorso di decarbonizzazione. Trasformando l’headquarter Italia in un sito-vetrina dove clienti e operatori della filiera possono toccare con mano i vantaggi del rendere più sostenibile il proprio business.

La roadmap della decarbonizzazione

Stefania Iandolo, Sustainability, Enviroment, Real Estate Country Director di Schneider Electric per l’Italia

Un percorso di decarbonizzazione che parte già anni fa negli stabilimenti produttivi e che ha visto concretizzarsi in una specifica CO2 road map nel 2021 grazie ad un’analisi sistematica. “In Italia abbiamo mappato tutte le fonti di emissioni di CO2 in tutti i nostri siti, sia produttivi che commerciali, sia sedi di proprietà sia dove siamo in affitto, e definito le priorità di intervento”, racconta Stefania Iandolo, Sustainability, Enviroment, Real Estate Country Director di Schneider Electric per l’Italia. Ad oggi sono 6 i siti italiani dell’azienda nei quali si è già ottenuto l’abbattimento delle emissioni di CO2 e, nel complesso, ad oggi abbiamo già ridotto dell’84% le emissioni di CO2 rispetto ad una base line  del 2019.

 A febbraio i primi ponteggi saranno alzati anche a Stezzano. “Nelle fabbriche abbiamo efficientato i processi e gli impianti, ma vogliamo continuare. Adesso ci stiamo occupando degli edifici”, continua Iandolo, dettagliando il flusso dei lavori: “La prima cosa da fare è efficientare l’edificio: se sostituissimo subito il gas metano, che oggi impieghiamo per il riscaldamento, con l’energia elettrica senza prima occuparci di questo aspetto sarebbe uno spreco”.

Un sito-vetrina per le soluzioni di efficientamento energetico

Nell’headquarter di Stezzano, dal 2018 è aperto l’Innovation Hub. Uno spazio per far conoscere le opportunità della trasformazione digitale attraverso le soluzioni dell’azienda, basate su EcoStruxure™, una piattaforma aperta e abilitata dall’Internet of Things (IoT) che ad esempio permette di monitorare in tempo reale i consumi energetici e ottimizzare manutenzione e gestione,  o di usare la  realtà aumentata per interagire con sistemi e impianti. Nell’Innovation Hub, inoltre, sono presentate le e esperienze concrete di aziende che hanno migliorato il loro profilo di sostenibilità e la loro efficienza operativa adottando queste soluzioni.

Con l’avvio dei lavori a Stezzano, tutto il sito si trasforma idealmente in un hub dell’innovazione. “Siamo esperti di efficientamento energetico: abbiamo già in casa strumenti, servizi e piattaforme proprietari che ci consentono di essere più efficienti.. In questo modo, rendanche i nostri edifici più intelligenti”, spiega Iandolo. Per intuirne la portata trasformativa di un intervento di questo genere si può guardare appena al di là delle Alpi, a Grenoble. Nella città francese, Schneider Electric ha il suo sito più rappresentativo delle potenzialità della decarbonizzazione per gli edifici, IntenCity. I consumi sono ridotti a 37 kWh/m2/anno, 10 volte meno rispetto alla media degli edifici europei. Consumi compensati da 4.000 metri quadri di pannelli fotovoltaici rooftop e due turbine eoliche verticali che insieme generano 970 MWh ogni anno, rendendo il sito energeticamente autonomo. “Il nostro headquarter italiano diventerà un sito-vetrina che mostrerà come l’azienda è in grado di aiutare i propri clienti e fornitori nel percorso verso il Net-Zero.”.

Verso net-zero lungo l’intera catena del valore

Anche sotto il profilo dell’efficientamento degli edifici, i vantaggi della decarbonizzazione sono evidenti – e, soprattutto, accessibili – per qualsiasi azienda. Una ricerca condotta da Schneider Electric con lo studio di progettazione WSP prendendo in considerazione le strutture a uffici ha dimostrato che le soluzioni digitali della compagnia per la gestione degli edifici e dell’energia potrebbe ridurre le emissioni operative fino al 42%. E con un periodo di ammortamento inferiore ai tre anni. Una decarbonizzazione lenta, all’opposto, rischia di determinare una svalutazione degli edifici, anche in termini di attrattività per possibili investitori e locatari, con una perdita di valore che può arrivare al 30%.

Argomenti che Stezzano aiuterà ad illustrare meglio ai clienti dell’azienda, così come ai fornitori. Convolti fin dal principio, questi ultimi, nella strategia di decarbonizzazione di Schneider Electric. Se entro il 2025 l’obiettivo globale è diventare carbon neutral rispetto all’operatività interna, già nel 2030 la compagnia punta a una riduzione del 25% in termini assoluti delle emissioni lungo l’intera catena del valore. Dieci anni più tardi il target è la piena neutralità di carbonio, appoggiandosi anche alle compensazioni. E per il 2050 il target è diventare net-zero CO2 in ogni segmento della value chain, abbattendo in modo sostanziale anche le emissioni Scope 3.

Fin dall’avvio del percorso Schneider ha comunicato ai suoi fornitori lungo la catena del valore gli obiettivi di decarbonizzazione del gruppo. “L’anno scorso abbiamo invitato a Stezzano i nostri maggiori fornitori di materie prime, spiegando come sono coinvolti e come possiamo supportarli in questo percorso. Li aiutiamo a definire quali possono essere le loro priorità, a definire la loro specifica roadmap, e quindi studiare insieme un piano di decarbonizzazione”, spiega Iandolo.

Promuovere cultura della sostenibilità

Un’attenzione alla dimensione globale della sostenibilità che non trascura la declinazione anche a livello locale, nel dialogo con i territori. L’impegno specifico preso dal ramo italiano della multinazionale  riguarda la formazione dei giovani e il volontariato sociale e ambientale, portato avanti co-progettando attività insieme a enti del terzo settore. L’azienda invita i suoi dipendenti a occupare 8 ore durante l’anno in attività di volontariato, andando a fornire manodopera per attività come dipingere muri, costruire panchine, sistemare arredi per le scuole, pulire parchi e spiagge

“In 3 anni abbiamo coinvolto 28 associazioni del terzo settore e più di 2000 colleghi”, racconta Iandolo. “E’ inutile parlare di sostenibilità se noi per primi non siamo sostenibili. Attraverso i progetti locali vogliamo innanzitutto insegnare alle nostre persone che cosa significa essere sostenibili, far conoscere cosa succede sui territori su cui siamo presenti, quali sono le criticità, e far capire come ognuno di noi come individuo può fare la differenza”.

La stessa attenzione nel creare una cultura della sostenibilità è promossa all’interno e all’esterno dell’azienda. Nel primo caso attraverso i Sustainability Ambassador, “ambasciatori” che si impegneranno a seguire e potenziare progetti nei siti Schneider, ad esempio sull’economia circolare. E creare una sorta di “effetto domino” con i colleghi. Per il momento hanno già dato la loro disponibilità in 60. Nel secondo caso, con l’impegno nel settore della formazione, sia negli istituti tecnici che nelle università. “Negli ultimi anni abbiamo siglato accordi con alcune università italiane, tra cui Politecnico di Milano e gli atenei di Bergamo, Bologna e Lecce – sviluppando percorsi formativi e altre attività”, conclude la responsabile sostenibilità di Schneider Electric. L’obiettivo? Ampliare la platea di giovani che hanno competenze specifiche e consapevolezza riguardo a temi come l’efficientamento energetico, la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e altro ancora: “Così creiamo le professioni del futuro”.

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