Il percorso più economico per la decarbonizzazione elettrica italiana
(Rinnovabili.it) – Per raggiungere la decarbonizzazione elettrica così come promesso al G7, l’Italia dovrà installare altri 190 GW di rinnovabili entro il 2035. Rinunciando alla “esosa scorciatoia” della cattura del carbonio e limitando la quantità di energia elettrica importa. Questo il verdetto del think tank italiano per il clima ECCO, contenuto nel nuovo rapporto “Politiche per un sistema elettrico italiano decarbonizzato nel 2035” (pdf). Il lavoro, commissionato da Greenpeace, Legambiente e WWF Italia, mostra quali caratteristiche dovrà avere il sistema energetico nazionale per raggiungere le zero emissioni, in termini di tecnologie e politiche.
L’analisi parte dall’onere assunto dal Belpaese durante il G7 tedesco a maggio 2022. Allora i ministri dell’ambiente, del clima e dell’energia riuniti a Berlino avevano – in linea con le raccomandazione della IEA – promesso un settore elettrico futuro “predominantly” (in massima parte) decarbonizzato. Impegno che sotto la presidenza giapponese del G7 ha compiuto un timido passo avanti, diventando “fully or predominantly” decarbonizzato. Il termine è fissato al 2035 ma il percorso che l’Italia dovrà compiere è ancora incerto e fumoso. Soprattutto se si considera che al momento le fonti fossili soddisfano oltre la metà del fabbisogno elettrico nazionale.
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Politiche per un sistema elettrico italiano decarbonizzato
A fare chiarezza ci pensa il nuovo rapporto di ECCO che, in collaborazione con Artelys, ha simulato il sistema elettrico più economico in grado di raggiungere l’obiettivo. La relazione mostra che per una decarbonizzazione elettrica completa il nostro Paese dovrà contare entro il 2035 su 250 GW di capacità rinnovabile. Questo significa aggiungere 190 GW al parco attuale. “Il raggiungimento di questi livelli di diffusione delle energie rinnovabili richiede che il tasso di installazione delle capacità fotovoltaica ed eolica si moltiplichi per sette entro il 2030; e per più di otto entro il 2035“, hanno affermato le due organizzazioni. Della futura potenza verde necessaria al Net Zero elettrico, il documento prevede che 32 GW potrebbero essere realizzati tramite impianti fotovoltaici sui tetti. E altri 10 GW con centrali eoliche offshore.
In questo scenario il contributo del termoelettrico fossile sarebbe praticamente nullo, pur continuando a contare su alcuni impianti alimentati a idrogeno e biometano.
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Il modello più economico per la decarbonizzazione elettrica italiana esclude qualsiasi impianto di Carbon Capture Usage and Storage e impone un limite alla quantità di energia importata a 40 TWh/anno, “per evitare che il sistema si basi in modo abnorme sulla decarbonizzazione fuori dall’Italia e sull’effettiva di disponibilità dell’energia decarbonizzata in sistemi fuori dalla nostra giurisdizione“.