Rinnovabili

Decarbonizzare il sistema elettrico dell’Italia porta benefici per 350 mld euro

Decarbonizzare sistema elettrico Italia: benefici per 350 mld euro
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Decarbonizzare del tutto il sistema elettrico dell’Italia entro il 2035 costa 161 miliardi di euro. Ma i benefici che ne derivano valgono più del doppio: almeno 350 miliardi. Per ogni euro investito nel ripulire le reti e potenziare le rinnovabili, il tornaconto è 2,17 euro.

Lo sostiene il Rapporto sugli impatti economici e occupazionali delle politiche per un sistema elettrico italiano decarbonizzato nel 2035 curato da Fondazione Ecosistemi e commissionato da Wwf Italia, pubblicato il 12 novembre.

Otto le filiere produttive considerate, tra reti e impianti: reti con linee aeree, reti con linee sottomarine, solare fotovoltaico a terra, solare fotovoltaico su tetto, eolico onshore, eolico offshore, biomasse, idroelettrico. Per tutte, l’analisi prende in considerazione le loro principali fasi del ciclo di vita: costruzione, installazione, manutenzione.

Gli interventi considerati dal rapporto

Per arrivare a delineare un quadro del genere, con ricadute economiche molto positive, il rapporto parte da alcune ipotesi sulla traiettoria della decarbonizzazione del sistema elettrico italiano.

Lato reti, gli interventi e le norme considerate sono:

Lato impianti, gli interventi e gli obiettivi da raggiungere (tutti compatibili con il PNIEC di giugno 2024) consistono in:

Decarbonizzare il sistema elettrico dell’Italia: i benefici economici

In termini di benefici economici, lo studio evidenzia che le rinnovabili sono “un’opportunità straoerdinaria” per l’economia nazionale. Gli investimenti necessari per la realizzazione degli impianti rinnovabili ammontano a 161,2 miliardi di euro, a cui va aggiunto un costo di gestione attualizzato fino al 2035 di circa 27,5 miliardi. Di contro, i benefici battono sui 350 miliardi di euro.

Lato reti, l’analisi calcola circa 31 miliardi di euro di investimenti necessari, a cui sommare costi di gestione di circa 3,7 miliardi. In questo caso gli impatti economici diretti, indiretti e indotti che restano in Italia ammontano a 48,6 miliardi.

La tabella seguente riassume i benefici economici, con il dettaglio delle ricadute per singolo settore:

SettoreInvestimenti StimatiCosti di Gestione (fino al 2035)Impatto Economico TotaleDistribuzione dell’Impatto Economico
Reti31 miliardi di euro3,7 miliardi di euro48,6 miliardi di euro– 19 miliardi: manifattura
– 18,5 miliardi: edilizia
– 5,8 miliardi: servizi e professioni
– 11,2 miliardi: altre attività
Impianti (Rinnovabili)161,2 miliardi di euro27,5 miliardi di euro350,6 miliardi di euro– 140,6 miliardi: manifattura
– 116,6 miliardi: edilizia
– 35,4 miliardi: servizi e professioni
– 93,4 miliardi: altre attività

I benefici occupazionali

Lo studio affianca l’analisi dei benefici economici a quella delle ricadute sull’occupazione della decarbonizzazione totale del sistema elettrico italiano entro il 2035. Lo fa esprimendo i dati in ULA, ovvero quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno.

Complessivamente, il settore delle FER, considerando il ciclo di vita di 25 anni degli impianti, genererà oltre 1,3 milioni di unità di lavoro. Lato reti, considerando il ciclo di vita di 50 anni, si superano le 57mila unità di lavoro, di cui l’82% localizzate in Italia.

La tabella qui sotto riassume i dati salienti delle ricadute occupazionali:

SettoreFaseTotale ULAULA in ItaliaULA all’Estero
Fonti Energetiche RinnovabiliProduzione5.3751.7013.674
Installazione48.80248.8020
Gestione (fino al 2035)50.03642.7707.266
 Stima su ciclo di vita FER (25 anni)Sola gestione1.305.0661.069.25050.516
Reti (ciclo di vita 50 anni)57.07946.80710.272
Di cui per gestione44.45236.4518.001
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