In una dichiarazione congiunta, 18 tra associazioni industriali e ONG chiedono alla Commissione di non restare in silenzio sulla necessità di decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e raffrescamento degli edifici. La comunicazione sugli obiettivi clima 2040 non ne parla: è una “svista in bella vista”
Il potenziale di taglio emissioni di edifici e industria è del 42% e 25,6% del consumo energetico finale UE
(Rinnovabili.it) – Tra i maldipancia del PPE per 5 anni vissuti a tutto Green Deal, le manovre politiche pre-elezioni dei principali partiti europei, le proteste dei trattori e i borbottii di alcuni stati – Francia in testa – che hanno chiesto una “pausa” nelle politiche climatiche, la Commissione UE ha presentato degli obiettivi sul clima post 2030 molto timidi e “vuoti”. Così vuoti che l’esecutivo UE si è “dimenticato” un tema che dovrebbe invece essere in cima alla lista delle priorità: decarbonizzare riscaldamento e raffrescamento degli edifici.
Una “svista in bella vista” a cui bisogna assolutamente rimediare, sottolinea una coalizione di 18 tra associazioni dell’industria e ONG, tra cui European Heat Pump Association (EHPA), European Partnership for Energy and the Environment (EPEE), European Solar Thermal Electricity Association (ESTELA), Solar Heat Europe, CEE Bankwatch ed European Environmental Bureau.
In una dichiarazione congiunta, i firmatari chiedono un “solido” quadro post-2030 per accelerare l’elettrificazione dei sistemi di riscaldamento e la quota di energia pulita per farli funzionare. Gli obiettivi sul clima UE con orizzonte 2040 identificano “giustamente” il potenziale di riduzione della CO2 dei settori dell’edilizia e dell’industria, che rappresentano rispettivamente il 42% e il 25,6% del consumo energetico finale dell’UE e rimangono fortemente dipendenti dall’uso di combustibili fossili, sottolinea la dichiarazione. “Sfortunatamente, non riesce ad affrontare la tanto necessaria decarbonizzazione del riscaldamento e del raffreddamento, che rappresentano l’80% del consumo energetico degli edifici e il 60% del fabbisogno energetico totale delle industrie”.
Eppure la comunicazione della Commissione avrebbe potuto essere più specifica e quindi coraggiosa. Il potenziale delle sole fonti di calore rinnovabili e recuperate sostenibili è “significativo”, “oltre 2.000 TWh/anno”, e supera la domanda di calore totale prevista entro il 2050. Un potenziale che “rimane in gran parte inutilizzato”.
Le priorità per decarbonizzare riscaldamento e raffrescamento
Per indicare gli obiettivi al 2040, Bruxelles si è affidata a una comunicazione, cioè un documento che non ha alcun valore vincolante e serve solo come indirizzo per future direttive e regolamenti. Che saranno preparati dalla prossima Commissione che si insedierà dopo le elezioni di giugno 2024. Al nuovo esecutivo, la coalizione indica la rotta da seguire.
Le priorità che individua sono molte: azioni mirate per finanziare l’efficienza energetica, progetti sostenibili di energia rinnovabile e recupero di calore nei settori residenziale, terziario e industriale, potenziare soluzioni efficienti di riscaldamento e raffreddamento e comunità di energia rinnovabile. Serve poi un approccio integrato tra ristrutturazioni e decarbonizzazione di riscaldamento e raffrescamento. L’adozione della tecnologia necessaria, infine, deve essere facilitata non solo per i consumatori vulnerabili ma per tutti i cittadini che sono stati gravemente colpiti dall’inflazione e dalla crisi economica.