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Cosa serve per decarbonizzare l’acciaio in Europa

Il siderurgico pesa per più del 25% delle emissioni industriali dell’UE e il 50% della capacità produttiva. Le priorità per accelerare la transizione all’acciaio verde nel rapporto di 28 ong tra cui WWF Italia, CAN Europe, E3G e EEB

Decarbonizzare l'acciaio con l'idrogeno, 1a sperimentazione in Italia
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La via per decarbonizzare l’acciaio in Europa passa dal phase out dei forni più inquinanti, da piano di transizione solidi imperniati sull’abbinamento di riduzione diretta, forni ad arco elettrico e idrogeno verde, e dall’espansione delle fonti rinnovabili. Così si potrà tagliare l’impronta di un settore, il siderurgico, che vale il 5% delle emissioni di gas serra dell’UE e oltre il 25% delle sue emissioni industriali.

Sono le coordinate illustrate nel rapporto The State of the European Steel Transition, pubblicato da 28 organizzazioni della società civile tra cui WWF Italia, CAN Europe, E3G e EEB. Documento che arriva a valle del (e in polemica con) piano d’azione per l’acciaio europeo appena presentato dalla Commissione.

Le priorità per decarbonizzare l’acciaio in Europa

Il primo dei capisaldi per la transizione del settore siderurgico dovrebbe essere la graduale eliminazione delle tecnologie più obsolete, argomentano le ong. Parliamo dei forni a ossigeno basati sul carbone (BF-BOF). Da cui dipende ancora oltre il 50% della produzione siderurgica europea.

Impianti ormai vecchi per i quali, presto, sarà necessario prevedere investimenti. È l’occasione per voltare pagina e non restare incagliati in modelli ad alta intensità di carbonio. La priorità, secondo il rapporto, è che i paesi europei non autorizzino o finanzino nuovi impianti BF-BOF. E che interrompano gli investimenti pubblici per il rinnovo di quelli esistenti.

Serve poi una cornice: qui entrano in gioco piani di transizione, sia a livello azienda che di distretto industriale/area locale. Questi piani devono includere obiettivi chiari per la decarbonizzazione e strategie per implementare tecnologie come la riduzione diretta con idrogeno verde (H2-DRI) abbinata ai forni elettrici ad arco (EAF), già identificati come pilastri per una produzione a basse emissioni.

È poi necessaria più spinta pubblica per accelerare nella direzione della decarbonizzazione dell’acciaio in Europa. Il rapporto nota che ad oggi sono stati annunciati 33 progetti europei per acciaierie a emissioni quasi zero, ma molti stanno subendo ritardi. Priorità assoluta è che i progetti sostenuti da fondi pubblici rispettino le scadenze previste, contribuendo alla creazione della prima generazione di impianti siderurgici verdi.

Accelerazione che deve andare di pari passo ed essere armonizzata con l’espansione della capacità installata da fonti rinnovabili. Per sostenere il fabbisogno energetico degli impianti che puntano sull’acciaio verde serve un’espansione massiccia delle infrastrutture energetiche rinnovabili e una maggiore armonizzazione della decarbonizzazione delle reti elettriche tra gli Stati membri.

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