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L’Italia ha l’8° debito ecologico più grande del mondo

Debito ecologico: l’Italia è nel G8 del consumo eccessivo di risorse
via depositphotos.com

Lo studio dedicato al debito ecologico di 160 paesi pubblicato su The Lancet

(Rinnovabili.it) – Tra poco più di un mese, il 12 maggio, per l’Italia scatterà l’Overshoot Day, il giorno in cui finiamo di consumare le risorse disponibili sul pianeta e iniziamo a intaccare quelle del futuro. Il Belpaese “divora” 2,7 Terre l’anno per mantenere il suo tenore di vita medio, quindi va in debito di risorse naturali dopo appena 5 mesi ogni anno. Questo debito ecologico, però, ce lo trasciniamo dietro da decenni. Ha una profondità storica che – proprio come per le emissioni storiche – non si può ignorare. A quanto ammonta?

Il Belpaese ha l’8° debito ecologico mondiale

L’Italia è responsabile del 3% del consumo eccessivo di risorse a livello globale, quasi metà del livello complessivo registrato da tutti i paesi del sud globale. In termini assoluti, ha consumato 31,5 miliardi di tonnellate (Gt) di risorse in eccesso e si posiziona all’8° posto nella classifica mondiale. Subito dopo paesi come il Canada, il Regno Unito e la Francia, che sono su livelli simili. Ma ben staccata dalla Germania, al 4° posto con il 5% e 55Gt (quasi il doppio dell’Italia). E dal Giappone (8%), paese con il 3° debito ecologico al mondo stimato in oltre 96Gt, tre volte quello del Belpaese. Le prime due piazze se le disputano la Cina (15%, 167Gt) e gli Stati Uniti (27%, 296Gt). Ma l’UE a 28 (UK incluso) scavalca virtualmente Pechino con il suo 25%.

I dati arrivano da uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet che, per la prima volta, fornisce una stima del debito ecologico accumulato da circa 160 paesi nel corso degli ultimi 50 anni. Non sorprende scoprire che sono i paesi ad alto reddito i maggiori responsabili del consumo eccessivo di risorse mondiali. Ma la proporzione dà un’idea più precisa del fenomeno: i paesi ricchi hanno consumato il 74% delle risorse in eccesso, quelli a reddito medio-basso meno dell’1%. Il quarto restante è attribuito ai paesi a reddito medio-alto.

Un altro modo per leggere i dati sul debito ecologico è guardare al volume pro capite. In questa classifica a guidare è l’Australia, seguita da Canada, Stati Uniti e Giappone. Poi Arabia Saudita, Olanda, con Germania, Francia e Corea del Sud che chiudono la top 10. L’Italia è al 12° posto con poco più di 10 t pro capite in eccesso contro le oltre 30 di Canberra.

Non tutti i paesi portano qualche colpa. Anzi, quasi un terzo degli Stati analizzati non ha alcun debito ecologico. E rappresentano la fetta più grande di popolazione mondiale. “Ci sono 58 paesi, che rappresentano 3-6 miliardi di persone, che sono rimasti entro le loro giuste quote per tutto il periodo 1970-2017 (tra cui India, Indonesia, Pakistan, Nigeria, Bangladesh, e altri grandi paesi popolosi), e quindi non hanno responsabilità per l’uso eccessivo delle risorse”, nota lo studio che ha il prof. Jason Hickel della London Schools of Economics come prima firma.

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