Un programma nazionale per il ritorno del nucleare in Italia. Che copra ogni ambito legato all’energia dall’atomo. Dalla ricerca (sul nucleare da fissione di nuova generazione, ma anche sulla fusione) alla produzione di idrogeno. Dallo sviluppo di nuove centrali al decommissioning dei vecchi impianti. Fino al trattamento delle scorie. In parallelo, un testo unico sul nucleare con la riorganizzazione delle competenze e delle funzioni in materia di energia atomica. Che potrà portare, tra l’altro, all’introduzione di incentivi al nucleare. Sono i due pilastri del Ddl Nucleare (testo del ddl in fondo all’articolo), il provvedimento appena trasmesso dal governo alle Camere, che inizia il 23 gennaio 2025 il suo iter in Parlamento.
Ddl Nucleare, i decreti legislativi “entro fine 2027”
Con il Ddl Nucleare, il governo compie il primo, concreto, passo a livello legislativo per riportare l’Italia nel novero dei paesi che si affidano all’energia atomica. Un passaggio, questo, che secondo le previsioni del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, dovrebbe “arrivare a traguardo entro la fine del 2027”.
Il provvedimento di iniziativa governativa è una legge delega, che indica le coordinate generali a cui dovranno rifarsi successivi decreti legislativi (o uno solo, nella forma di un testo unico). Questi decreti dovranno essere approvati entro 2 anni dall’entrata in vigore del Ddl Nucleare. Per altri 2 anni, il governo avrà la facoltà di rimettere mano con interventi correttivi.
Il Ddl Nucleare approdato in Parlamento, formalmente “Delega al Governo in materia di nucleare sostenibile”, si compone di 4 articoli:
- art.1 – Finalità e procedimento per l’esercizio della delega;
- art.2 – Oggetto della delega;
- art.3 – Principi e criteri direttivi;
- art.4 – Clausola di invarianza finanziaria.
L’art.1 definisce tempi e modi di approvazione della legge delega e dei relativi decreti. L’art.2 dettaglia in 16 punti (a-r) i contenuti dei successivi decreti. L’art.3 fissa alcuni riferimenti di normativa internazionale e la loro traduzione in atti o istituti nella legislazione nazionale.
Il perimetro della legge delega sul nucleare
Come spiegato nella relazione illustrativa, il governo vuole reintrodurre la produzione di energia nucleare in Italia facendo leva su diversi elementi:
- l’orientamento dell’UE favorevole all’atomo, attraverso la Tassonomia che inserisce il nucleare nelle fonti sostenibili;
- i noti limiti delle rinnovabili come eolico e solare (intermittenza e non programmabilità), che l’esecutivo affianca a sfiducia verso i sistemi di accumulo (“l’incertezza legata ai costi e ai progressi delle tecnologie di accumulo su larga scala rende prudente un approccio che includa ulteriori opzioni low-carbon affidabili”);
- il principio della neutralità tecnologica;
- la riduzione della dipendenza energetica dalle fonti fossili, ma anche da fornitori esteri di tecnologie rinnovabili;
- la differenza tecnologica con il nucleare a cui l’Italia disse no con il referendum del 1987.
Tenendo presente questi paletti, il Ddl Nucleare elenca alcune “scelte fondamentali” che indirizzano il provvedimento:
- solo nucleare di nuova generazione: assicurare una cesura netta rispetto agli impianti nucleari del passato, che, nella proposta di legge, sono espressamente destinati alla dismissione definitiva;
- disciplina organica dell’intero ciclo di vita dell’energia dall’atomo: la predisposizione di una disciplina organica dell’intero ciclo di vita dell’energia nucleare: dalla eventuale fase di sperimentazione e progettazione, all’autorizzazione degli impianti, al loro esercizio, fino alla gestione, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti radioattivi e allo smantellamento degli impianti;
- coordinamento e supporto agli attori del nucleare, incentivi inclusi: potranno essere definite e disciplinate eventuali modalità di sostegno alla produzione di energia da fonte nucleare, che affianchino gli investimenti privata. La relazione illustrativa sostiene che “è necessario” valutare gli incentivi “per evitare di restare esclusi dai benefici economici e sociali” del nucleare di nuova generazione.
Quali tecnologie nucleari?
La relazione illustrativa ribadisce quanto il governo va dicendo da tempo. Le tecnologie nucleari su cui si vuole puntare sono – oltre alla ricerca per la fusione – il nucleare di terza generazione avanzata e quello di quarta generazione. Tecnologie che assicurerebbero “un salto di qualità in termini di sicurezza e di efficienza”. E nelle quali rientrano “gli SMR (Small Modular Reactor), gli AMR (Advanced Modular Reactor), i microreattori”.
Mentre impianti nucleari III+ sono già in funzione, quelli di IV sono ancora solo su carta. La relazione illustrativa a tal proposito sostiene che le tecnologie più avanzate potrebbero portare a risultati “nel giro di 5-10 anni”, tempi “compatibili” con quelli necessari per adeguare la legislazione in Italia e attivare le filiere industriali di riferimento.
Si ricorda che nell’aggiornamento del PNIEC il governo ha ipotizzato uno “scenario nucleare” con 0,4 GW nucleari da fissione installati nel 2035, che potrebbero salire a 9-18 GW nel 2050 (coprendo l’11-22% del mix elettrico nazionale).
I contenuti dei prossimi decreti legislativi
Il Ddl nucleare stabilisce che il o i decreti legislativi di prossima emanazione dovranno coprire una serie di ambiti, tra cui:
- definizione di un programma nazionale sul nucleare, un documento di indirizzo generale parametrato sugli obiettivi al 2050;
- il decommissioning dei vecchi impianti;
- la disciplina autorizzativa delle nuove centrali nucleari;
- la disciplina per i siti di stoccaggio temporaneo e riprocessamento dei rifiuti radioattivi;
- la definizione di norme che garantiscano la sicurezza del ritorno al nucleare, tra cui l’istituzione di un’autorità amministrativa indipendente;
- il sistema incentivante.
Sul fronte autorizzativo, il procedimento sarà incardinato presso il MASE di concerto con la costituenda Autorità per la Sicurezza Nucleare, cui spetta “la validazione e la sorveglianza relativamente al rispetto della disciplina tecnica in materia di sicurezza secondo le migliori prassi europee e internazionali”.
Gli interventi che ricevono l’abilitazione saranno considerati “di pubblica utilità, indifferibili e urgenti”.
I gestori delle nuove centrali dovranno costituire un fondo che coprirà spese di decommissioning e gestione delle scorie.
Scarica il testo del provvedimento sul nucleare sostenibile
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