
Dazi auto al 25%. Continua ad essere questo il ritornello del Presidente Trump, in merito all’imminente tassazione (dal 2 aprile) sui veicoli stranieri importati in America, inclusi ovviamente quelli Made in Ue, che intanto ha ridotto le tasse sulle auto al 2,5%, dal 10%, dopo che il nuovo inquilino della Casa Bianca ha sottolineato come la bilancia commerciale degli Stati Uniti sia in deficit di 235 miliardi di dollari nel 2024.
Dazi auto: Trump apre alla Cina
Nel frattempo, mentre gli annunci gridati hanno già avuto gli effetti desiderati sul vecchio continente, Trump in volo sull’Air Force One ha aperto alla possibilità di un nuovo patto commerciale con la Cina, in seguito all’imposizione di dazi auto del 10% esteso anche ad altre merci. D’altronde la Cina è il Paese con il più grande surplus commerciale con gli Stati Uniti in termini di merci, che nel 2024 ammontavano a 295,4 miliardi di dollari secondo il Bureau of Economic Analysis. Per questo, Trump si aspetta un incontro a Washington da parte dell’omologo cinese Xi Jinping, che è stato negli Stati Uniti l’ultima volta nel 2023 e ha avuto un colloquio telefonico con Trump poco prima del suo insediamento alla Casa Bianca, il 20 gennaio scorso.
Dazi auto: Pechino boccia le guerre commerciali di Trump
La replica da Pechino non ha tardato. Apertura per risolvere le controversie commerciali con gli Stati Uniti ricorrendo al dialogo, ma continuerà a “intraprendere tutte le misure necessarie a tutelare i suoi legittimi diritti e interessi“, la risposta del portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha definito “possibile” un nuovo accordo commerciale. Secondo la Cina, infatti, “le guerre commerciali e daziarie non producono vincitori e danneggiano gli interessi dei cittadini di tutti i Paesi”, ha affermato ancora Guo, evidenziando l’opposizione “all’imposizione unilaterale di dazi da parte degli Stati Uniti” e la richiesta di un “dialogo e una consultazione paritari“.
Secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, la Cina punterebbe al rilancio di un accordo commerciale risalente al 2020, durante il primo mandato di Trump, ma mai concretamente attuato, che prevedeva l’impegno da parte di Pechino ad aumentare gli acquisti di beni e servizi statunitensi per 200 miliardi di dollari nel corso di due anni, che significherebbe bilanciare l’import/export americano.
E l’Europa? Cosa succederà?
La Cina “ha fatto del suo meglio” per negoziare con l’Unione europea i dazi applicati da Bruxelles ai veicoli elettrici fabbricati nel Paese asiatico, ha detto il portavoce del ministero del Commercio, He Yadong, dopo che la Commissione europea ha condotto un’indagine antisovvenzioni culminata con l’adozione di dazi fino al 45,3% sulle auto elettriche importate dalla Cina. “Auspichiamo che Bruxelles prenda atto dell’appello dell’industria e promuova la cooperazione bilaterale sugli investimenti attraverso il dialogo e la consultazione“. In risposta al provvedimento della Commissione, la Cina ha aperto lo scorso anno indagini antidumping e anti-sovvenzioni su brandy, latticini e prodotti suini provenienti dall’Ue.