Il sondaggio del World Economic Forum piazza ancora una volta il clima in cima alle priorità globali del decennio. Sei dei primi 10 fattori di rischio sono legati a clima e ambiente
Dal 16 al 20 gennaio nella città svizzera si svolge Davos 2023
(Rinnovabili.it) – La sfida più importante di questo decennio? Affrontare la crisi climatica. Anche se la crisi energetica incute timore. Anche se l’aumento dei prezzi dell’energia e l’inflazione frenano la crescita e mettono in seria difficoltà chi è più vulnerabile. Anche se l’emergenza sanitaria non è conclusa e il rischio di nuove pandemie zoonotiche è concreto. Anzi, tutti questi fattori distraggono tempo, energie e risorse per affrontare la minaccia più grave, il cambiamento climatico e il degrado degli ecosistemi sul Pianeta. È la lista delle priorità con cui si apre il consueto incontro annuale di Davos 2023 organizzato dal World Economic Forum.
La classifica del rischio globale di Davos 2023
Il sondaggio tra 1200 analisti, esperti di gestione del rischio, esponenti politici e dell’industria e ricercatori accademici dà assoluta preminenza alla crisi climatica come sfida principale nel lungo termine, cioè da qui a 10 anni. Tra i primi 10 fattori di rischio identificati, ben 6 sono legati all’ambiente. Ai primi due posti troviamo il fallimento nel mitigare il cambiamento climatico e il fallimento delle misure di adattamento. Chiudono il podio gli eventi estremi. Al quarto posto un tema troppo spesso ignorato come la perdita di biodiversità e il collasso ecosistemico che ne deriverebbe. C’è poi menzione della crisi di risorse naturali (per sovrasfruttamento) e il rischio di incidenti con impatti ambientali vasti.
Nel breve termine la classifica cambia ma i fattori climatici e ambientali sono ancora i più rappresentati. Nei prossimi 2 anni i rischi maggiori, secondo il sondaggio di Davos 2023, vengono dall’aumento del costo della vita e al terzo posto ci sono le guerre commerciali. Ma cinque fattori su 10 sono legati a clima, biodiversità, minaccia da eventi estremi (quest’ultima si piazza al 2° posto).
“I rischi climatici e ambientali sono al centro delle percezioni dei rischi globali per il prossimo decennio e sono i rischi per i quali si ritiene che siamo meno preparati”, si legge nel rapporto presentato a Davos 2023. La mancanza di azione su questi fronti “ha messo in luce la divergenza tra ciò che è scientificamente necessario per raggiungere lo zero netto e ciò che è politicamente fattibile”, continua il sondaggio, che guarda con preoccupazione all’intreccio e alla sovrapposizione di più crisi – una situazione che chiama “policrisi”: “Le crescenti richieste di risorse del settore pubblico e privato dovute ad altre crisi ridurranno la velocità e la portata degli sforzi di mitigazione nei prossimi due anni, insieme a progressi insufficienti verso il sostegno all’adattamento necessario per le comunità e i Paesi sempre più colpiti dagli impatti dei cambiamenti climatici”.