Trapela la bozza del piano UE per tamponare l’impatto della crisi dei prezzi dell’energia. Confermate le misure sullo stoccaggio gas anticipate nei giorni scorsi. Bruxelles punta anche sul GNL anche se i terminal lavorano già quasi alla massima capacità. A giugno attesa una raccomandazione per tagliare i tempi del permitting per le rinnovabili. In arrivo uno strumento per facilitare la creazione di un mercato UE dell’idrogeno
La decisione di Bruxelles sulla crisi energetica è attesa per il 2 marzo
(Rinnovabili.it) – Ci sono anche rinnovabili e idrogeno tra le contromisure dell’Europa all’impennata dei prezzi dell’energia. “In assenza di una massiccia accelerazione della transizione verde, i prezzi dell’elettricità nell’UE dipenderanno in modo significativo dai prezzi del gas almeno fino al 2030”. Per questo la soluzione nel medio e lungo termine alla crisi energetica passa dalle rinnovabili. E tutti i paesi europei devono “metter mano con urgenza alla durata delle procedure di autorizzazione“.
Lo scrive la Commissione nella comunicazione sui prezzi dell’energia che è attesa per il 2 marzo, la cui bozza è stata pubblicata in anteprima da Euractiv. L’esecutivo europeo sta lavorando anche a una raccomandazione specifica – uscirà a giugno – proprio sul tema del permitting. Oltre alle fer, Bruxelles spinge anche sull’idrogeno e il biogas. Le iniziative qui sono essenzialmente due: tempi serrati per preparare il quadro di regole per un mercato europeo dell’idrogeno e la proposta di creare uno strumento ad hoc per lo scambio del vettore energetico nel continente, ribattezzato European Hydrogen Exchange.
GNL, soluzione alla crisi energetica?
La Commissione prevede che i prezzi di gas ed elettricità rimangano “alti e volatili” per tutto il 2023, rendendo la crisi energetica tutt’altro che passeggera. Prezzi così alti stanno già provocando danni in tutto il tessuto economico (ad esempio tagliando del 30% la capacità di produzione di alluminio) e rimarranno “uno dei fattori principali” dietro la crescita dell’inflazione nel 2022, scrive Bruxelles. Per questo, mette a punto 12 misure per tamponare la situazione già nell’immediato.
A breve termine, il focus principale è sullo stoccaggio di gas. Come anticipato la settimana scorsa, l’UE introdurrà l’obbligo legale per i Ventisette di arrivare al 30 settembre di ogni anno con un livello minimo di riserve di gas. Insieme a un pacchetto di incentivi per gli operatori, darà forma al piano “Gas for winter”. Nella bozza della comunicazione è presente anche il progetto pilota sugli acquisti in comune di gas.
L’UE cita poi la necessità di diversificare l’approvvigionamento di gas, diminuendo la quota proveniente dalla Russia. Come? Puntando soprattutto sul GNL, dal momento che ogni regione europea – confidano a Bruxelles – è connessa direttamente o indirettamente. Forse un giudizio fin troppo ottimista, visto che i terminal europei stanno già lavorando quasi alla massima capacità e che esistono diversi colli di bottiglia nel trasporto via pipeline tra paesi UE. “Questa interconnettività attraverso il GNL si è dimostrata preziosa negli ultimi mesi, poiché ha portato liquidità al mercato e una fornitura affidabile di gas ai clienti dell’UE”, scrive comunque Bruxelles, annunciando che intensificherà i contatti con paesi fornitori, a partire da Stati Uniti, Qatar, Giappone, Egitto, Azerbaijan e Turchia.