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Crisi energetica, la Commissione UE studia ipotesi prezzi regolati

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Tre ipotesi di intervento contro la crisi energetica in Europa

(Rinnovabili.it) – La crisi energetica non ci lascerà a breve. I prezzi del gas in Europa sono destinati a rimanere sopra il livelli del 2019 ancora per diversi mesi, anche immaginando che le attuali tensioni geopolitiche non vadano incontro ad una ulteriore escalation. In compenso gli Stati membri hanno, per ora reagito, al meglio delle loro possibilità. Lo rivela Stefano Grassi, Capo di Gabinetto della Commissaria europea per l’energia, durante l’audizione in Commissione Industria al Senato.

Grassi ha spiegato ad oggi 22 Stati Membri abbiano preso iniziative per contenere l’aumento dei prezzi. Lo hanno fatto principalmente agendo sulla leva della tassazione dell’elettricità, attraverso misure di compensazione dei prezzi in bolletta, voucher o altri interventi. Complessivamente 70 milioni di europei e un numero molto elevato di imprese, soprattutto medio piccole, hanno beneficiato di queste misure. Mobilitando nell’insieme 21 miliardi di euro. “Ad oggi valutiamo questa risposta come una risposta tempestiva, coordinata e anche significativa dal punto di vista finanziario”.

Ma gli esperti dell’Unione hanno dovuto ricalibrare le previsioni più ottimistiche presentate nel 2021. E oggi l’esecutivo si prepara ad un nuovo intervento dopo la cassetta degli attrezzi pubblicata ad ottobre. “La presidente von der Leyen ha deciso di presentare una nuova comunicazione per alimentare i lavori del Consiglio”, ha anticipato Grassi spiegando che il documento dovrebbe essere pubblicato il 2 marzo e contenere tre ipotesi di intervento: continuare a proteggere consumatori ed imprese, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento del gas, accelerare le rinnovabili.

Mercato elettrico

Rispetto al primo punto la Commissione europea sta studiando la possibilità di guidare l’introduzione di prezzi regolati per l’energia elettrica. D’altra parte si tratta di una misura temporanea, concessa dall’art. 5 della direttiva sul mercato elettrico, e che alcuni Paesi stanno già progettando. “Ci chiediamo se non valga la pena dare delle linee guida più precise sulla modalità con cui questi prezzi possono essere introdotti. O sulle modalità che permettono di evitare a valle effetti di concentrazione del mercato”

L’esecutivo europeo ha colto favorevolmente anche la decisione italiana di finanziare la lotta al caro bollette attraverso una tassazione degli extraprofitti degli operatori energetici non sottoposti a regime ETS. Ma in questo caso, precisa Grassi, “stiamo riflettendo su modalità per far sì che questa misure sia limitate e temporanee, mantenendo un livello adeguato di investimenti da parte degli operatori per le nuove installazioni rinnovabili. E prevedendo un collegamento diretto con forme di compensazione per i consumatori […] C’è anche una riflessione in corso su forme di assicurazione finalizzate ad evitare fallimenti o bancarotte per le utility che forniscono energia direttamente dal mercato ai consumatori”. E su come consentire a quest’ultimi, in alcuni Stati Membri, di beneficiare di contratti retail di più lunga durata

Mercato del gas

Lato gas il capo gabinetto ha ricordato come i quadri in cui lo stoccaggio è regolato, come avviene in Italia, oggi funzionino meglio rispetto ad altri contesti. In questo caso Bruxelles sta vagliando una serie di ipotesi da nuove modalità per lo scambio di informazioni e coordinamento a livello europeo, a forme di armonizzazione e obblighi di riempimento minimo. “Quello che è chiaro è che arriveremo a marzo con livelli di stoccaggio in Europa ai minimi storici”. 

Energia rinnovabili

Sul fronte energia pulita, aggiunge Grassi “abbiamo già adottato una revisione della direttiva Rinnovabili, ma è il momento di fare qualcosa di più coraggioso”. L’idea è di agire sulla riduzione dei tempi delle autorizzazioni dei procedimenti amministrativi. “Vorremmo presentare delle linee guida e forse qualcosa di più stringente a maggio-giugno”. A ciò si aggiunge il lavoro per rendere meno rischiose e finanziariamente più attrattive forme contrattuali come i PPA, usando anche la BEI e nuove forme di garanzia.

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