La crisi energetica “è un cambiamento di paradigma per la transizione elettrica dell’UE”
(Rinnovabili.it) – Tra il 2020 e il 2021 la generazione di elettricità da carbone è scesa appena del 3%. Nulla rispetto al -29% registrato nel biennio precedente. Colpa del gas e dell’impennata di prezzi che sta accompagnando la peggiore crisi energetica dell’Europa da decenni. E con le previsioni che piazzano la fine dell’emergenza prezzi del gas non prima di 2 anni, senza interventi è a rischio l’intera transizione energetica del continente.
Lo afferma il think tank Ember nel nuovo rapporto in cui analizza i dati del mix elettrico europeo del 2021. “Storicamente, le crescenti energie rinnovabili europee hanno sostituito l’energia del carbone, il combustibile a più alta intensità di emissioni. Tuttavia, come risultato dell’impennata dei prezzi del gas nella seconda metà del 2021, le nuove rinnovabili hanno invece sostituito il gas fossile”, si legge nel rapporto. Di conseguenza, “l’interruzione del phase-out del carbone nell’UE ha rallentato la riduzione delle emissioni”.
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Nel 2021 il prezzo del gas è cresciuto del 585% e a cascata ha fatto lievitare di 7 volte i costi della generazione elettrica per le centrali a gas, da cui poi la scossa ai prezzi dell’energia. La crisi energetica ha quindi ridato fiato al carbone, con il mercato che si è diretto verso un combustibile meno caro benché più inquinante. Una dinamica che ha invertito la tendenza consolidata prima del Covid.
Il mix elettrico europeo del 2021 ha quindi visto la quota fossile – gas e carbone – ancora stabile al 37%, in linea con il 39% registrato nel 2019. Il nucleare si è attestato al 26% e le rinnovabili al 37%. Quest’ultime hanno fatto segnare nuovi record ogni mese eccetto a settembre e per la prima volta hanno superato il gas.
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“L’energia eolica e solare ha raggiunto un altro nuovo record nel 2021 (547 TWh), generando per la prima volta più elettricità del gas (524 TWh), nonostante la crescita modesta dovuta alla minore velocità del vento. Il solare, in particolare, è in piena espansione sia nel nord che nel sud dell’Europa, producendo il 27% di energia in più nel 2021 rispetto al 2019, e raddoppiando nei Paesi Bassi e in Spagna in quel periodo”, calcolano gli autori del dossier.
La lezione da trarre da questo burrascoso 2021? La crisi energetica “è un cambiamento di paradigma per la transizione elettrica dell’UE”, afferma Charles Moore di Ember. “È necessario agire per assicurare che l’eliminazione graduale del carbone in Europa rimanga sulla buona strada”. Azione che deve arrivare con nuove leggi ad hoc, “l’unico modo per garantire che le centrali a carbone siano chiuse entro il 2030”. Infatti “i prezzi volatili del gas hanno reso chiaro che non si può fare affidamento solo sulle forze di mercato”.