Quasi 9 italiani su 10 pensa che ci avviamo verso una catastrofe di proporzioni globali se non si aumenta l’ambizione climatica. I risultati del sondaggio globale di BVA e Fondazione Jean Jaurès per la BEI
Per l’Iea, con le politiche di oggi andiamo verso un mondo 2,5°C più caldo
(Rinnovabili.it) – Per gli europei, i loro governi sono troppo lenti ad agire contro la crisi climatica. E sono convinti che non saranno in grado di fare abbastanza: lo pensa ben l’88% dei cittadini del vecchio continente. Una percentuale altissima, tanto quanto quella di chi ritiene che senza politiche più incisive andiamo incontro a una catastrofe climatica. E’ il timore che accomuna 84 europei su 100.
Sono alcuni dei risultati più interessanti di un sondaggio condotto da BVA e Fondazione Jean Jaurès per la Banca europea per gli investimenti (BEI) su un campione di oltre 25mila persone tra Europa, Stati Uniti e Cina. Il livello di preoccupazione verso l’impatto del cambiamento climatico sale di 2 punti percentuali rispetto all’edizione dell’anno scorso, almeno per gli europei, arrivando al 41%. Che sono decisamente più preoccupati degli anglosassoni – gli USA si fermano al 28% – ma meno dei cinesi, per i quali il clima che cambia è una sfida prioritaria secondo il 55% degli intervistati.
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L’Italia si attesta poco sopra la media europea, con il 44%. Mentre è nel gruppo di paesi i cui cittadini affermano di avvertire di più, quotidianamente, l’impatto della crisi climatica. Ben 91 italiani su 100 lo sostengono, contro una media europea che si ferma all’80% (in crescita di 3 punti sul 2021). Anche in questo caso, l’Europa è più sensibile al climate change degli anglosassoni, con gli USA fermi al 67% e il Regno Unito al 65%, ma meno dei cinesi che arrivano – come gli italiani – al 91%.
In linea con queste tendenze, quasi nove cinesi su dieci (88%) ritengono che se non riduciamo drasticamente il nostro consumo di energia e di beni nei prossimi anni, ci avviamo verso una catastrofe globale. Un’opinione leggermente meno diffusa tra gli europei (84%) e gli inglesi (83%) e condivisa solo dal 72% degli americani. In Europa, i più preoccupati sono i portoghesi (92%), i ciprioti e i maltesi (90%), gli italiani e i francesi (89%).
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