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Pene più dure per l’ecocidio e più prevenzione, la ricetta UE contro i crimini ambientali

Crimini ambientali: l’UE dà un giro di vite per i reati gravi
Foto di Daniel Olah su Unsplash

Trovata l’intesa sui crimini ambientali tra Europarlamento e Consiglio

(Rinnovabili.it) – Distruggere un ecosistema o un habitat che fa parte di un sito protetto, o deteriorare la qualità dell’aria, delle acque e del suolo, sarà assimilato al reato di ecocidio e sarà punibile con 8 anni di prigione. Raddoppiano le fattispecie per cui vengono previste pene. E arriva un giro di vite sui danni all’ambiente causati dalle aziende. Sono i punti principali dell’accordo tra Parlamento europeo e Consiglio sull’aggiornamento dei crimini ambientali in UE.

I nuovi crimini ambientali puniti dall’UE

L’intesa stabilisce che gli atti che sono qualificati come crimini ambientali passino da 9 a 18. Tra le nuove fattispecie considerate figurano l’importazione e l’uso illegale di mercurio, così come di gas fluorurati (HFC). A inizio ottobre Bruxelles ha fissato la sua tabella di marcia per l’abbandono graduale entro il 2050 di questi gas che hanno un potere climalterante fino a 24mila volte quello della CO2, che prevede tra gli altri punti lo stop immediato al commercio di HFC per alcuni elettrodomestici comuni. Entrano nella lista dei crimini ambientali anche l’importazione di specie aliene invasive, lo sfruttamento illegale di risorse idriche e l’inquinamento causato dalle navi.

L’accordo rivede al rialzo anche le pene per chi commette reati. Oltre agli 8 anni per le ‘qualified offences’, ora assimilate a ecocidio, sono previsti fino a 10 anni di reclusione per privati e responsabili di aziende che commettono crimini che portano a decessi. Mentre per i reati ambientali minori la pena massima è fissata in un massimo di 5 anni di carcere, a seconda della gravità e della reversibilità o meno del danno arrecato.

Più attenzione sarà data alla prevenzione e a chi denuncia crimini ambientali. L’accordo tra Parlamento UE e Consiglio prevede protezione rafforzata per i whistleblowers e aggiornamenti mirati e regolari per giudici, magistrati e funzionari delle forze di sicurezza con compiti legati alla tutela dell’ambiente. Scatta anche l’obbligo per i Ventisette di organizzare campagne di sensibilizzazione mirate a ridurre i crimini ambientali.

“Abbiamo negoziato con successo una posizione di tolleranza zero nei confronti dei crimini ambientali che hanno enormi conseguenze per la salute umana e l’ambiente”, commenta il relatore della proposta per l’Europarlamento, l’olandese del PPE Antonius Manders. “È fondamentale combattere questi crimini transfrontalieri a livello europeo con sanzioni armonizzate, dissuasive ed efficaci per prevenire nuovi crimini ambientali. La prevenzione è fondamentale, ed è per questo che abbiamo evidenziato la necessità di maggiori risorse, ricerca, formazione e campagne di sensibilizzazione rivolte sia al settore pubblico che a quello privato”.

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