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Crediti di carbonio: incompatibili con obiettivi clima ambiziosi

Crediti Di Carbonio: incompatibili con obiettivi clima ambiziosi
via depositphotos.com

Crediti di carbonio e riduzioni dei gas serra sono opposti, non complementari

Fare un uso più massiccio delle compensazioni di carbonio non può che essere un autogol. Per le imprese come per gli stati. I crediti di carbonio devono restare fuori dalle strategie climatiche, o svolgere un ruolo molto limitato. Aprire ai carbon offset più di quanto non sia già stato fatto finora, infatti, avrebbe effetti deleteri sull’effettivo raggiungimento degli obiettivi sul clima. Un discorso che vale in particolare per chi stabilisce standard e regole internazionali di riferimento.

SBTi e i crediti di carbonio: direzione sbagliata

È il contenuto dell’appello lanciato il 2 luglio, con una lettera aperta, da oltre 80 ong da tutto il mondo, tra cui Greenpeace, Amnesty International, ClientEarth, Friends of the Earth Europe, Global Witness, Oxfam. Intervento che arriva dopo l’annuncio, da parte della principale iniziativa per la definizione di piani di transizione allineati con l’obiettivo di 1,5°C, la Science-Based Targets initiative (SBTi), di ampliare la possibilità di ricorrere a crediti di carbonio.

Gli standard di SBTi sono considerati, oggi, quelli più solidi a livello mondiale. Soprattutto nel settore privato. E il numero di aziende che definiscono i loro piani di transizione seguendone le linee guida e rispettandone i requisiti è in crescita. Nel 2023 sono più che raddoppiate (+115%), anche tra le Pmi.

Le compensazioni di carbonio sono ammesse dall’SBTi, ma solo per una quota massima del 10% tra i tre ambiti di emissioni (Scope 1, 2 e 3), e per quelle generate dalla supply chain solo dopo aver conseguito riduzioni consistenti di gas serra alla fonte nel breve-medio termine. Lo scorso aprile, però, l’iniziativa sotto l’egida Onu ha ventilato l’ipotesi di permettere l’uso di crediti di carbonio anche per le emissioni Scope 3, e con requisiti meno stringenti.

“Gli obiettivi climatici devono concentrarsi principalmente sulla riduzione delle emissioni di gas serra all’interno dei confini delle aziende e dei paesi, compresa la graduale eliminazione della produzione, del trasporto, della vendita e dell’uso di combustibili fossili. A tal fine è necessario un urgente aumento del sostegno finanziario da parte di attori pubblici e privati”, sottolineano le ong.

Consentire alle aziende e agli stati di rispettare gli impegni climatici attraverso il ricorso ai crediti di carbonio “probabilmente rallenterà la riduzione delle emissioni globali”. Ridurrà i volumi di fondi necessari per i paesi del Sud globale. E ridurrà la pressione sulla politica nello sviluppo di meccanismi innervati dal principio “chi inquina paga” per i settori a maggiore intensità emissiva.

Senza contare che una mole crescente di studi scientifici, aggiunge ancora la lettera aperta, stabilisce che i carbon offset hanno “problemi significativi di qualità”, non riescono a garantire effettive, durature e misurabili riduzioni di carbonio, e hanno effetti collaterali negativi su ambiente e comunità locali.

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