Come abbassare i costi di dispacciamento?
(Rinnovabili.it) – Negli ultimi anni i costi di dispacciamento – il servizio che garantisce il costante equilibrio tra domanda e offerta energetica – hanno registrato diversi aumenti. Tra crescita delle rinnovabili non programmabili e conseguente riduzione degli impianti programmabili in servizio per i mercati del Giorno Prima e Infragiornaliero, la voce è progressivamente lievitata. E la pandemia di COVID-19, con la forte riduzione della domanda, ha assestato un ulteriore colpo. Si tratta di una situazione complessa, che stando ai nuovi obiettivi energetici nazionali, potrebbe complicarsi ulteriormente. In altre parole, senza interventi, i costi per l’approvvigionamento di risorse sul Mercato per il Servizio di Dispacciamento-MSD (e non solo) potrebbero crescere ancora.
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Come intervenire? Parte del lavoro si focalizza su misure regolatorie già avviate, che proseguiranno e convergeranno nel Testo Integrato del Dispacciamento Elettrico (TIDE). Ma come spiega oggi l’ARERA, è necessaria anche una complessiva e profonda riforma delle modalità con cui Terna definisce il fabbisogno dei servizi ancillari, seleziona le risorse e pianifica i propri interventi. “Un simile obiettivo – scrive l’Authority – può essere perseguito attraverso meccanismi incentivanti evoluti e completamente output based che responsabilizzino Terna rispetto ai costi del dispacciamento, proprio in considerazione della complessità che caratterizza tale mercato e della molteplicità di soluzioni […] che possono essere messe in campo”.
In questo contesto ARERA ha pubblicato alcuni orientamenti per l’introduzione di un nuovo sistema di incentivazione. La proposta, che dovrebbe applicarsi per il periodo triennale 2022-2024, prevede di identificare i costi del dispacciamento come la somma di quelli del MSD per l’approvvigionamento delle risorse, della mancata produzione eolica e del regime di essenzialità. E definisce l’incentivo pari ad una percentuale della performance, cioè della variazione in riduzione o in aumento del risultato rispetto ad un valore di riferimento. “Il premio complessivo triennale potrebbe essere pari, ad esempio, al 15% del risparmio complessivamente ottenuto nel triennio; la penale complessiva triennale potrebbe essere pari, ad esempio, al 5% del maggior costo registrato nel triennio”.
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Il documento rimarrà in consultazione fino al 15 settembre 2021; data entro cui i soggetti interessati sono invitati a far pervenire all’Autorità le proprie osservazioni e proposte.