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Corporate Sustainability Due Diligence Directive pubblicata in Gazzetta

Corporate Sustainability Due Diligence Directive
via Depositphotos

di Paolo Peroni e Kiara Leone, Rödl & Partner 

Il tempo dell’attesa è finito: oggi, 5 luglio 2024, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea  la Direttiva (UE) 2024/1760 sugli obblighi di diligenza in materia di sostenibilità delle imprese, oramai nota come Corporate Sustainability Due Diligence Directive o CSDDD (pdf). 

Largamente preannunciata, fortemente voluta, da più parti osteggiata, certamente ponderata, la CSDDD è finalmente approdata al suo testo finale e definitivo, pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale e quindi vincolante per tutti gli Stati Membri europei. Vediamone, in sintesi, alcuni capisaldi, riservandoci un più approfondito esame “di impatto” nelle prossime settimane.

Corporate Sustainability Due Diligence Directive: Tempi e Scadenze

Entro il 26 luglio 2026, gli Stati Membri dovranno adottare e pubblicare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla Direttiva e, a partire dal 26 luglio 2027, un numero via via crescente di grandi imprese e gruppi saranno tenuti a osservarne le prescrizioni, secondo un cronoprogramma di progressiva estensione degli obblighi di ESG Due Diligence che si concluderà due anni dopo. 

Soglie dimensionali

A pieno regime, saranno direttamente impattate dalla Direttiva le società aventi almeno 1000 dipendenti e un fatturato netto a livello mondiale superiore a 450 milioni di Euro ma anche tutte le società a capo di un gruppo che abbia superato tali soglie dimensionali e le società con sede in un paese terzo che, all’interno dei confini dell’Unione Europea, abbiano generato un fatturato netto superiore a 450 milioni di Euro.

Sanzioni e responsabilità civili

Le società che dovessero sottrarsi ai doveri di diligenza in materia di sostenibilità saranno soggette a sanzioni molto rilevanti che gli Stati Membri saranno chiamati a stabilire in misura non inferiore al 5% del fatturato mondiale del gruppo interessato. Di più: nell’ottica di garantire il rispetto dei doveri impartiti, la CSDDD prevede il diritto al pieno risarcimento per i danni patiti dalle persone fisiche e giuridiche direttamente coinvolte dagli impatti negativi dell’impresa. 

Gli adempimenti richiesti alle imprese in breve

Le società interessate dovranno tra l’altro:

I contenuti minimi delle politiche di ESG Due Diligence

Le politiche relative ai doveri di diligenza dovranno essere elaborate previa consultazione con i dipendenti delle società e i loro rappresentanti; dovranno prevedere una descrizione dell’approccio al dovere di diligenza, anche a lungo termine; dovranno estrinsecarsi in codici di condotta che illustrino le norme e i principi cui devono attenersi le società, le proprie filiali nonché i partner commerciali diretti o indiretti. Le società dovranno quindi predisporre per tempo procedure per l’integrazione e l’esercizio del dovere di diligenza e adottare misure organizzative per verificare il rispetto delle politiche e dei codici di condotta al proprio interno ed estenderne l’applicazione ai partner commerciali. 

La mappatura e prevenzione degli impatti negativi effettivi e potenziali

Le società dovranno adottare per tempo misure adeguate per individuare e valutare gli impatti negativi, siano essi effettivi o potenziali, causati dalle proprie attività o da quelle delle proprie filiazioni e, se collegate alla propria catena di attività, da quelle dei propri partner commerciali. Le società che dovessero causare o concorrere a causare un impatto negativo effettivo dovranno provvedere alla relativa riparazione. 

Misure contro il cambiamento climatico

Sotto il profilo ambientale, le imprese dovranno mettere in atto un piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici in linea con la visione strategica della Commissione Europea per realizzare un’economia climaticamente neutra entro il 2050, orientando il proprio modello di business verso l’obiettivo di ridurre il riscaldamento globale a 1,5 °C.

Il progetto di piano di transizione dovrà contenere gli obiettivi temporali relativi al cambiamento climatico per il 2030 e per il 2050; una descrizione delle leve di decarbonizzazione e azioni pianificate per raggiungere gli obiettivi; una descrizione e quantificazione degli investimenti e finanziamenti pianificati a sostegno dell’attuazione del piano; una descrizione del ruolo degli organi di amministrazione, gestione e vigilanza. 

Gli obblighi di comunicazione

Fermi restando gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità eventualmente applicabili, le società saranno tenute a riferire circa le politiche di sostenibilità adottate e i doveri di diligenza osservati pubblicando annualmente sul proprio sito web una dichiarazione annuale.

Che cosa fare

Considerato il necessario recepimento da parte degli Stati Membri e i termini di applicazione necessaria a partire dal 2027, il tema potrebbe risultare di non immediata rilevanza e quindi tutto sommato differibile. Ma non lo è. Quello che la Corporate Sustainability Due Diligence Directive richiede, a partire da oggi, è avviare un percorso di profonda due diligence introspettiva, un processo di vera e propria trasformazione dei modelli organizzativi e delle regole di governo societario delle imprese nel segno della sostenibilità.

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