Philip Robinson e Paloma Berenguer, entrambi con esperienza pluridecennale nel settore delle fossili ed entrambi con un passato a Shell. Sono i due esperti di PR in forza alla ADNOC, la compagnia emiratina del petrolio, che sono entrati a far parte del team della presidenza della Cop28. Una conferma del ruolo, senza precedenti, delle compagnie fossili nel vertice sul clima
Un’inchiesta di Centre for Climate Reporting e del Guardian
(Rinnovabili.it) – Due esperti di alto livello in pubbliche relazioni della ADNOC, la compagnia statale emiratina del petrolio, fanno parte della squadra che organizza la Cop28 sul clima. Una conferma ulteriore dello strettissimo legame tra la presidenza del vertice di Dubai e una delle aziende fossili con i maggiori piani di espansione delle attività di estrazione di idrocarburi al mondo. Si tratta di Philip Robinson e Paloma Berenguer, entrambi con esperienza pluridecennale nel settore delle fossili ed entrambi con un passato a Shell.
Le mani delle fossili sulla Cop28 sul clima
Lo rivela un’inchiesta condotta dal Centre for Climate Reporting e dal Guardian, che sono entrati in possesso di documenti riservati. Dalle carte emerge che i due esperti di PR sarebbero stati integrati nel team per fornire “supporto aggiuntivo” sul versante della comunicazione. Facendo esplodere una volta di più l’enorme conflitto di interessi dietro la Cop28 sul clima. La prima dove le compagnie fossili non inviano solo centinaia di lobbisti più o meno mascherati, ma controllano la presidenza.
A gennaio, gli Emirati Arabi Uniti avevano annunciato che a tirare le redini del summit sarebbe stato Sultan al-Jaber. Un profilo tutto fuorché neutro. Nonostante sia stato per anni l’inviato speciale per il clima al processo delle Cop per gli Emirati, è anche il numero 1 dell’ADNOC. Alle proteste della società civile e alle critiche mosse anche da molti paesi, al-Jaber ha sempre assicurato l’assenza di un conflitto di interessi. I fatti fanno pensare tutto il contrario.
Gli esperti di pubbliche relazioni sono solo l’ultima prova che non esiste una vera distanza tra interessi della multinazionale del petrolio e il motore politico della Cop28 sul clima. Già nei mesi scorsi era emerso il ruolo di molti dipendenti di ADNOC nello staff della presidenza. Alcuni addirittura con il doppio cappello, visto che svolgevano contemporaneamente un ruolo attivo nella compagnia e lavoravano a tessere la tela della Cop.