Rinnovabili • Cop26 di Glasgow: buco nell’acqua ai negoziati preliminari Rinnovabili • Cop26 di Glasgow: buco nell’acqua ai negoziati preliminari

La Cop26 di Glasgow non ingrana, dal pre-vertice zero decisioni

Su tutti i punti in discussione è mancato l’accordo. Le delegazioni hanno lavorato online per 20 giorni ma nessuno dei nodi che restano aperti – mercati del carbonio, trasparenza e allineamento dei piani climatici dei paesi – ha registrato qualche progresso

Cop26 di Glasgow: buco nell’acqua ai negoziati preliminari
via depositphotos.com

Mancano solo 5 mesi alla Cop26 di Glasgow

(Rinnovabili.it) – I negoziati preliminari sul clima sono andati malissimo e sulla Cop26 di Glasgow si allunga l’ombra del fallimento. I delegati che devono preparare il terreno per il vertice di novembre prossimo hanno passato gli ultimi 20 giorni a cercare un punto di partenza comune a tutti, un trampolino da cui far decollare i negoziati. Ma in 3 settimane i risultati raggiunti sono stati zero.

La diplomazia climatica doveva iniziare a sciogliere tre punti: i mercati del carbonio, la questione della trasparenza e l’allineamento dei differenti piani climatici dei paesi (adesso hanno durate diverse e la loro revisione non avviene in modo coordinato). Tutti temi necessari per mettere finalmente la parola fine sul Rulebook dell’accordo di Parigi.

Ascolta il podcast di Rinnovabili.it, metti in cuffia la sostenibilità

Le voci di chi ha partecipato alla maratona online non raccontano un’atmosfera positiva. Tutt’altro. A Climate Home News un diplomatico anziano conferma che i negoziati sono arrivati allo “stallo” e che si spera di riuscire a sbloccare qualcosa facendo negoziare direttamente i ministri competenti.

Anche le dichiarazioni ufficiali non si scostano molto da questi toni. “Nel complesso, ho visto alcuni progressi sulle questioni meno controverse, ma mi sembra che la mentalità dell’impegno dovrà cambiare se si vogliono ottenere progressi su questioni difficili quest’anno alla Cop26”, spiega Tosi Mpanu Mpanu, presidente dell’organismo sussidiario per la scienza e la tecnologia. Più ottimista l’energica Patricia Espinosa, architetto dell’accordo di Parigi del 2015, che parla di un dialogo “generalmente positivo” anche se restano posizioni divergenti su alcuni punti.

Leggi anche Ripartono i negoziati sul clima, per ora solo online

Un giudizio davvero generoso, come minimo. Questo lo stato dell’arte. Sui mercati del carbonio nessun passo avanti su come evitare il doppio conteggio e armonizzare i mercati esistenti tra loro. Sull’allineamento dei piani nazionali sulle emissioni a partire dal 2031, Cina e Arabia Saudita hanno bloccato tutto aggrappandosi a questioni procedurali.

Risultato: i negoziati non hanno adottato alcuna conclusione ufficiale, ma solo degli “appunti informali” a partire dai quali ripartiranno al prossimo round le delegazioni nazionali. Alla Cop26 di Glasgow mancano solo 5 mesi e senza un buon pre-accordo è praticamente impossibile che i 10 giorni di vertice a novembre siano all’altezza delle aspettative.