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Contratti di sviluppo, la riforma abbraccia rinnovabili e batterie italiane

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Obiettivo: realizzare almeno 40 nuovi progetti d’investimento su tutto il territorio

(Rinnovabili.it) – Si chiamano Contratti di Sviluppo e sono uno degli strumenti utilizzati dal governo italiano per sostenere programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni. Introdotti nell’ordinamento italiano nel 2008 (ma operativi solo dal 2011), questi strumenti agevolativi hanno subito nel tempo sostanziali modifiche per adattarsi al mega al tessuto produttivo nazionale. Le ultime modifiche strutturali sono arrivate con la pubblicazione nella Gazzetta dell’8 gennaio 2022 del Decreto del 2 novembre. Quelle economiche con il rifinanziamento di 450 milioni di euro approvato con la legge di Bilancio 2022.

Oggi il Ministero dello Sviluppo economico vuole andare oltre e annuncia di aver ampliato ulteriormente le risorse a disposizione dei Contratti di sviluppo portando il totale complessivo a quota 2,2 miliardi di euro. L’obiettivo, si legge nella nota stampa del dicastero, è supportare almeno 40 nuovi progetti d’investimento su tutto il territorio nazionale nei settori: automotive, microelettronica e semiconduttori, metallo ed elettromeccanica, chimico-farmaceutico, turismo, design, moda e arredo, agroindustria e tutela ambientale.

Nel dettaglio 750 milioni di euro saranno destinati a progetti d’investimento legati alla digitalizzazione, innovazione e competitività delle filiere del made in Italy. Il restante miliardo di euro supporterà gli investimenti sulle principali filiere della transizione ecologica; favorendo il compito della R&S ma anche i processi di riconversione industriale con la costruzione di Gigafactory per realizzare batterie e moduli fotovoltaici.

Contratti di sviluppo legati all’occupazione

“Come Mise sosteniamo i programmi d’investimento che puntano ad accrescere la competitività del sistema produttivo italiano all’interno delle strategiche filiere europee dall’alto valore tecnologico e industriale che impattano in maniera decisiva sul futuro del Paese”, dichiara il ministro Giancarlo Giorgetti. “Lo strumento dei Contratti di sviluppo è stato ridisegnato proprio con l’obiettivo di agevolare la realizzazione di progetti d’investimento che favoriscono la reindustrializzazione e la valorizzazione del nostro patrimonio industriale, incentivando programmi di ricerca e di trasferimento tecnologico che sono la chiave per vincere la sfida della transizione digitale e green. In quest’ottica – conclude il ministro – abbiamo anche voluto dare un segnale chiaro e concreto ai lavoratori coinvolti in aree territoriali e aziende in crisi, legando la concessione di incentivi agli impegni degli investitori ad assumerli”.

Ogni progetto d’investimento finanziato dovrà infatti essere funzionale alla nascita, allo sviluppo o al rafforzamento di imprese appartenenti a filiere strategiche che siano in grado di aumentare la produttività e la crescita economica del Paese oltre che generare un impatto positivo sull’occupazione

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