Tutti i dati SNPA sul consumo di suolo in Italia
(Rinnovabili.it) – Cemento, infrastrutture per la logistica e la grande distribuzione organizzata. Ma anche parcheggi, edifici, nuove aree estrattive. E il fotovoltaico a terra. Sono questi i fattori che stanno trainando al rialzo l’aumento del consumo di suolo in Italia. Nel 2022 la superficie di terreno consumata registra 77 km2 in più, pari a 2,4 metri quadrati ogni secondo. Un incremento del 10% rispetto all’anno prima. A farne le spese sono soprattutto le aree agricole: in 12 mesi ne abbiamo cancellati 4.500 ettari, pari al 63% del totale impermeabilizzato.
Cosa spinge il consumo di suolo in Italia?
È la fotografia scattata dal Sistema Nazionale Protezione Ambiente nel rapporto annuale sull’andamento del consumo di suolo in Italia. Che fornisce anche una stima dell’impatto economico dell’impermeabilizzazione del suolo. In termini di perdita di servizi ecosistemici, tra il 2006 e il 2022 il conto arriva a 9 miliardi di euro l’anno. Quasi un terzo della legge di bilancio in discussione per il 2024.
Ci sono poi gli impatti sul clima e sul rischio idrogeologico. Dalle oltre 400 pagine del rapporto emergono indicazioni chiare. Nei giorni più caldi, le aree urbane con la maggior densità di coperture artificiali arrivano a valori tra i 43 e i 46°C. In media, la differenza di temperatura del suolo nelle aree urbane di pianura rispetto al resto del territorio è di 4°C d’estate con massime di 6°C a Firenze e di oltre 8°C a Milano. Mentre sono oltre 900 gli ettari di suolo consumato nel 2022 in aree a pericolosità idraulica media, il 13% del totale. Quasi 530 ettari di territorio riconvertito è in zona con alta pericolosità per le frane, mentre oltre 2.500 ettari mangiati dal cemento sono in zone a pericolosità sismica alta o molto alta.
I fattori che più incidono sul consumo di suolo in Italia sono, ancora una volta, la logistica e la grande distribuzione organizzata. Nel 2022 hanno toccato il massimo dal 2006, con un picco di crescita superiore ai 506 ettari. “Negli ultimi sedici anni il fenomeno si è concentrato nel Nord-Est del Paese, con oltre 1.670 ettari (il 5,8% del totale del consumo di suolo dell’area), seguito dal Nord-Ovest con 1.540 ettari (6.1%) e il Centro (940 ettari; 4,7%)”, si legge nel rapporto. C’è poi il capitolo fotovoltaico. Gli impianti a terra hanno occupato (in modo reversibile) quasi 500 ettari, di cui circa metà (243 ha) in aree classificabili come consumo di suolo.