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Consiglio su clima, il dibattito tra i gruppi consiliari

Il dibattito tra i gruppi consiliari, tra sguardi globali e questioni regionali e nazionali

Foto di Simone Garello da Pixabay

Resoconto della seduta pomeridiana su emergenza ecoclimatica e riduzione delle emissioni

La seduta pomeridiana su emergenza ecoclimatica e riduzione delle emissioni è stata dedicata al dibattito tra i gruppi consiliari.

Gli interventi della Lega (Alberto PreioniValter MarinPaolo Demarchi) hanno sottolineato che “il peso della transizione ecologica non può essere scaricato sugli agricoltori e non possiamo fermare l’economia. Dobbiamo considerare che la Cina inquina più di diversi grandi paesi messi assieme, in India ci sono 135 centrali a carbone attive. Siamo circondati dalle centrali nucleari di Francia e Svizzera, per questo dobbiamo considerare anche una conversione che comprenda il nucleare di nuova generazione. Il Piemonte è già oggi capofila sull’idrogeno, ma l’automotive occupa più di 100 mila addetti, diversi studi dimostrano che alcuni diesel competono con l’elettrico. Abbiamo fatto molto lavoro su ambiente e consumo di suolo, ma gli interventi di oggi purtroppo non riconoscono questo impegno”.
“Il Consiglio aperto di oggi ha rappresentato una grande opportunità di ascolto e di apprendimento per i decisori politici regionali – hanno spiegato i consiglieri Pd Alberto AvettaDomenico Rossi Mauro Salizzoni – spiace che una parte della maggioranza abbia ancora un approccio negazionista e relativista rispetto al problema. Dobbiamo affrontare con urgenza la crisi ecologica, serve uscire dall’incoerenza e un cambio di passo della maggioranza e della Giunta. Abbiamo pronta una proposta di legge sulla partecipazione dei cittadini ispirata al principio delle assemblee deliberanti”.
Per il gruppo Fdi (Paolo Bongioanni e Carlo Riva Vercellotti) “l’Italia è sempre il paese dei no. I paesi più inquinatori sono la Cina, gli Usa, l’Europa è a livelli molto più bassi. Dobbiamo dare il tempo alle aziende di adeguarsi: ci vuole gradualità o perderemo solo i posti di lavoro e il sistema non reggerà. È ipocrita pensare che la crisi ambientale porterà a minor uso del carbone o a ridurre la plastica tassando le imprese. Sul problema dello smog i piemontesi sono stati lasciati soli dal governo centrale. Affrontiamo i problemi senza ideologie”.
Alessandra Biletta (Fi) ha sottolineato come “questo cambiamento climatico sia innescato dall’uomo. Ci vuole giusto equilibro fra l’adeguamento delle politiche industriali e la necessaria tutela dell’ambiente. È necessario raggiungere gli obiettivi degli accordi entro il 2050, dobbiamo fare un salto di qualità e chi governa deve fare un cambio di paradigma. Come successo per la pandemia, si esce dalle emergenze tutti quanti insieme”.
Sean Sacco e Sarah Disabato (M5s) invitano la Giunta “a non scaricare la responsabilità su altri, è stato fatto troppo poco a livello piemontese. I rari interventi sul clima sono stati realizzati perché l’Europa ci ha obbligato, la questione ambientale è considerata l’ultimo dei problemi ma non deve essere così. Invece di pensare solo a incenerire i rifiuti dovremmo aumentare la raccolta differenziata, sbagliato farsi spaventare dai cambiamenti. La transizione ecologica porta moltissimi posti di lavoro e crescita”.
Per Marco Grimaldi (Luv) “alluvioni, incendi, siccità stanno già mettendo in ginocchio tutto il territorio. Non è un film di fantascienza, ma la nuova normalità della crisi climatica che colpisce anche il Piemonte. Dobbiamo armarci di molto più coraggio, chiedo alla maggioranza di non liquidare tutto ciò che è avvenuto qui oggi, ma di considerarlo come la cosa più seria capitata finora in questo Consiglio regionale”.
Silvio Magliano (Moderati) considera “importante che la transizione ecologica non venga pagata dalle fasce deboli della società. La nostra grande sfida è accettare la fatica di costruire soluzioni che coniughino sostenibilità e sviluppo economico. Mi auguro che vi sia la possibilità di compiere un cambio di modello di approvvigionamento energetico, ma che questo costo non ricada sulla vita quotidiana dei cittadini e delle imprese”.
“Devono cambiare le nostre priorità, con un riequilibrio del rapporto tra uomo e natura – ha dichiarato Mario Giaccone (Monviso) – è indispensabile che il cambiamento parta dai cittadini e dalla politica, la transizione ecologica è una grande opportunità anche dal punto di vista occupazionale, per questo abbiamo bisogno  di aumentare le competenze della Pa e di professionalità trasversali”.
Giorgio Bertola (M4o) ha parlato di “paura del cambiamento. In quest’aula passano spesso provvedimenti non in linea con la tutela dell’ambiente, non si ascoltano gli esperti scientifici. Sentiamo parlare di Tav, di nucleare di quarta generazione che non esiste. Il Piemonte ha una pesante eredita di scorie nucleari, vediamo una certa ipocrisia di fondo”.

In conclusione l’appello dell’assessore all’Ambiente Matteo Marnati: “Siamo accusati di non fare nulla quando abbiamo avviato le strategie di difesa dell’ambiente che prima erano ferme, incagliate. Stiamo facendo molto in un settore complesso che ha bisogno di risorse, che stanno arrivando, e di tempi di realizzazione. Domani ad esempio è all’ordine del giorno del Consiglio il piano energetico. Va bene protestare, la critica è importante anche per noi, ma deve essere costruttiva. Siamo consapevoli della situazione, stiamo cercando soluzioni compatibili sul piano economico e tecnologico. Il treno del cambiamento l’abbiamo avviato e stiamo andando avanti, chi vuole salire lo faccia con proposte concrete, non con slogan”.