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Conferenza sul futuro dell’Europa, le priorità dei cittadini su clima, cibo, energia

Il panel di 200 cittadini europei chiamati a esprimersi su climate change, ambiente, agricoltura e salute ha prodotto 51 raccomandazioni per le istituzioni comunitarie

Conferenza sul futuro dell’Europa: le proposte dei cittadini sulla crisi climatica
crediti: EP / Brigitte HASE

La Conferenza sul futuro dell’Europa si concluderà a maggio

(Rinnovabili.it) – Vertical farming e abbandono dell’allevamento intensivo. Più voce in capitolo ai cittadini europei sulle politiche climatiche a tutti i livelli. Più attenzione a promuovere modelli di economia circolare. Un’etichetta unica per l’impronta ecologica di tutti i prodotti venduti sul mercato europeo. Un sistema bonus-malus per chi inquina suolo, acqua, aria. Sono alcune delle 51 raccomandazioni adottate dal panel sul cambiamento climatico, l’ambiente e la salute della Conferenza sul futuro dell’Europa.

Cos’è la Conferenza sul futuro dell’Europa?

Duecento cittadini europei da tutti i paesi UE – con una quota importante di under 24, circa il 30% – hanno discusso da ottobre quali dovrebbero essere le priorità di Bruxelles nei prossimi anni in materia di clima, biodiversità, agricoltura, energia e salute. È una delle costole della Conferenza sul futuro dell’Europa, l’iniziativa partita a marzo 2021 che punta a riscrivere i fondamentali dell’Unione Europea dando ampio spazio ai cittadini. A maggio di quest’anno le istituzioni UE raccoglieranno i suggerimenti emersi dal processo e potranno tradurle in pratica. Le raccomandazioni non hanno carattere vincolante, ma è difficile ignorare del tutto l’esperimento più avanzato di una vera democrazia europea.

Circular economy e “Polluters pay”

Un esperimento che fa emergere i temi che più stanno a cuore alla società civile europea. Una sorpresa sono i suggerimenti sul fronte dell’energia: pochi – appena tre – e forse non molto incisivi. Si chiede l’obbligo immediato di applicare filtri a tutti gli impianti a carbone, più investimenti sull’idrogeno verde potenziando le rinnovabili, meno allevamenti industriali per tagliare le emissioni di metano.

Importante il punto sul principio “chi inquina paga”. L’UE dovrebbe istituire “un sistema di coercizione e ricompensa per affrontare l’inquinamento di acqua, suolo, aria e le radiazioni” basato su “multe per gli inquinatori, in combinazione con il supporto obbligatorio di un’organizzazione di esperti, specificamente progettata per aiutare le entità ad eliminare l’inquinamento e ripristinare l’ecosistema”. In questa direzione va anche la richiesta di eliminare il packaging non sostenibile: un meccanismo bonus-malus dovrebbe incentivare le aziende a usare imballaggi biodegradabili e investire in ricerca, penalizzando chi non si adegua. E ancora: Bruxelles deve fare sul serio contro l’obsolescenza programmata e incentivare i cittadini a usare più a lungo i prodotti. Prodotti che, se presenti sul mercato europeo (anche se di importazione) dovrebbero avere un’etichetta unificata che indichi in modo chiaro l’impronta ecologica della merce, chiedono i cittadini.

Le (tante) proposte su cibo e agricoltura

Nella Conferenza sul futuro dell’Europa trova molto spazio il cibo. I cittadini chiedono più supporto per l’agricoltura sostenibile e l’abbandono della monocoltura, anche tramite un’educazione specifica per i coltivatori. Più investimenti comunitari nel vertical farming. La produzione di cibo come tema di educazione pubblica, anche grazie a giardini nelle scuole e progetti di urban gardening. Gli allevamenti intensivi dovrebbero essere “abbandonati gradualmente”, mentre serve più trasparenza su alcune sostanze ormonali come gli interferenti endocrini. Una tassa sui cibi poco sani permetterebbe di raccogliere un tesoretto da investire in promozione di prodotti salutari.

Infine, i cittadini europei chiedono che la loro voce conti di più quando la politica parla di cambiamento climatico. A tutti i livelli, dal locale all’internazionale, la richiesta è che l’UE incoraggi, promuova e faciliti il dialogo sul climate change fra tutti i livelli di decision-making.