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Con la Net Zero Transition Charter, la Cop28 di Dubai mobilita le aziende private

Il presidente di turno della Cop28, Sultan al-Jaber: “Il coinvolgimento del settore privato alla Cop28 – le sue risorse, le sue expertise e il suo impegno – è vitale per ottenere azioni concrete”

Net Zero Transition Charter: portare il settore privato al centro della Cop28
Foto di Maxim Tolchinskiy su Unsplash

L’iniziativa sarà stata lanciata al vertice sul clima dalla presidenza di turno

(Rinnovabili.it) – Fissare obiettivi per emissioni nette zero entro il 2050 allineati alla scienza del clima e con gli 1,5 gradi. La cui solidità sia verificata in modo indipendente. Preparare un piano dettagliato per raggiungerli entro la fine del 2024. E pubblicare ogni anno un rapporto dettagliato sulle proprie emissioni e i progressi compiuti. Sono i paletti fissati dalla Net Zero Transition Charter, l’iniziativa della presidenza della Cop28 per spingere il settore privato a fare la propria parte nel contrasto alla crisi climatica.

Una strategia che vorrebbe istituire qualcosa di simile a uno standard internazionale di riferimento per il settore privato per quanto riguarda la mitigazione del riscaldamento globale. E che si aggiunge ai tanti sforzi compiuti negli ultimi mesi dalla presidenza emiratina di turno della Cop28 di Dubai (guidata da Sultan al-Jaber, che è anche il numero 1 dell’ADNOC, la compagnia statale del petrolio degli EAU) per portare a bordo le grandi aziende. Presentandole come parte della soluzione invece che come parte del problema.

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“Il coinvolgimento del settore privato alla Cop28 – le sue risorse, le sue expertise e il suo impegno – è vitale per ottenere azioni concrete e raggiungere gli obiettivi ambiziosi fissati da questa presidenza”, ha dichiarato al-Jaber presentando la Carta. Carta che “metterà il settore privato ulteriormente in condizione di mettere in campo un’azione climatica significativa, tenere traccia dei progressi e assumersi le proprie responsabilità”.

La presidenza della Cop28 non fissa obiettivi di adesioni. Si limita a sottolineare che punta a “mobilitare il maggior numero possibile di impegni aziendali e piani di transizione per l’obiettivo di zero emissioni nette, soprattutto da parte di regioni e settori sottorappresentati”. Per capire quanto questo nuovo strumento potrà incidere sull’impegno reale del settore privato, quindi, bisognerà passare al vaglio numero e qualità delle adesioni che perverranno durante il vertice sul clima che inizierà il 30 novembre.