CityFarm è il primo software open source che permette di trasformare qualsiasi edificio in una fattoria urbana, coltivando a km 0 senza bisogno di terra e luce solare
(Rinnovabili.it) – Coltivare a chilometro zero per il MIT significa avvicinare talmente tanto il cibo alle persone, da racchiudere l’intera produzione all’interno di un edificio. Sviluppato dal Media Lab del MIT, il progetto CityFarm è un sistema open source in grado di calibrare i livelli di luce, umidità, temperatura e pH necessari per replicare una vera e propria fattoria urbana o vertical farm senza la necessità del suolo.
L’idea è quella di rendere maggiormente sostenibile ed efficiente la coltivazione del cibo, portando l’agricoltura all’interno delle aree metropolitane più affollate, senza il bisogno di grandi appezzamenti di terreno, ma sfruttando unicamente piccoli spazi interni agli edifici adeguatamente strutturati.
Anche se le urban farm non sono niente di nuovo, il progetto del MIT vorrebbe raggiungere un obiettivo differente.
“Nessuno ha mai sviluppato un modello economicamente sostenibile per questo tipo di ambienti vegetali”, spiega Caleb Harper ricercatore del MIT a capo del progetto. “Quello che sto cercando di fare è una specie di sistema Linux per l’agricoltura urbana, diventando la persona che ha creato il primo linguaggio comune per una nuova tipologia di produzione alimentare”.
COME CAMBIARE IL MONDO “UN’INSALATA ALLA VOLTA”
CityFarm è partito con un modulo da 60 mq ritagliati all’interno di un laboratorio senza finestre, dove Harper è riuscito a coltivare pomodori, insalata, erbe aromatiche ed altri ortaggi, utilizzando il 90% in meno di acqua ed un sistema di illuminazione con luce artificiale al LED blu e rossa, ovvero la parte dello spettro solare che le piante possono effettivamente assorbire.
Per il momento il progetto ha ottenuto grandi successi, riuscendo a velocizzare di tre quattro volte le normali colture, producendo in un solo mese, vegetali sufficienti a sfamare 300 persone (in uno spazio di soli 60mq). Non avendo bisogno di suolo, l’agricoltura urbana di CityFarm sfrutta il sistema idroponico e aeroponico messo a punto dalla NASA, per adattare qualsiasi tipo di edificio o di architettura alla coltivazione diretta del cibo. Secondo Harper le grandi facciate dei grattacieli potrebbero essere perfette per questo sistema arrivando a sfamare direttamente gli occupanti dell’edificio ed azzerando le emissioni dovute al trasporto del cibo.
Il prossimo obiettivo è quello di rendere il software CityFarm ancora più efficiente, riducendo gli input energetici ed aumentando la produzione, per esportare il sistema a tutte le aree urbane del globo che ne hanno necessità, dove ad esempio il cima è particolarmente rigido o dove eventi catastrofici come tsunami o il disastro di Fukushima, hanno reso i terreni incoltivabili.
Al momento il team del dottor Harper sta collaborando con le università e i governi di Dubai, Accra, Guadalajara e Detroit per sviluppare prototipi di fattorie urbane verticali dove sperimentare la nuova tecnologia di CityFarm.
Anche se l’opinione pubblica resta ancora divisa tra i sostenitori delle vertical farm urbane e gli scettici, a conti fatti questa tecnologia conviene all’ambiente ed all’economia, permettendo di coltivare cibo più nutriente sfruttando meno risorse.