Una tecnica costruttiva per edifici green che permette alla faccita di “traspirare” migliorandone le prestazioni ed abbattendo l’effetto isola di calore delle città
E’ il caso del progetto dello studio giapponese Nikken Sekkei per il nuovo quartier generale di Tokyo della società Sony, non a caso premiato pochi giorni fa quale miglior progetto costruito per la categoria “Production/Energy/Recycling” durante il WAF 2012 di Singapore.
LA “BIO PELLE” – Ciò che rende unico il progetto per la Sony City Osaky è la “pelle” esterna dell’edificio, capace in un certo senso, di sudare per abbassare la temperatura. Questo sistema è stato soprannominatoBIOSKIN e si ispira direttamente alle tecniche tradizionali giapponesi che applicavano alla superficie esterna della facciata una maglia di canne di bambù, all’interno delle quali veniva fatta scorrere dell’acqua che, sottoposta ai raggi del sole o al calore, innescava il processo di evaporazione utile ad abbassare la temperatura.
Gli studi condotti dagli ingegneri che hanno collaborato alla realizzazione dell’edificio hanno rilevato che il sistema è in grado di abbassare di 2°C la temperatura superficiale esterna dell’edificio, applicando così un naturale schermo protettivo tra interno ed esterno e nello stesso tempo ridurre significativamente l’effetto“isola di calore” tanto conosciuto nelle metropoli giapponesi.
L’EFFICIENZA – La facciata sud è rivestita da lamelle fotovoltaici che oltre a produrre energia rinnovabile permette di schermare gli ambienti interni della struttura dai raggi diretti del sole. Inoltre la forma stessa dell’edificio, più sottile nella direzione di provenienza dei venti dominanti della città giapponese, facilita la circolazione della brezza della baia di Tokyo, anche in questo caso utile a ridurre l’effetto “isola di calore”. L’efficienza energetica dell’edificio è completata dall’impiego di pompe di calore e solare termicoaffiancato ovviamente all’utilizzo di illuminazione al LED o a basso consumo.
L’utilizzo del sistema costruttivo BIOSKIN per la realizzazione di architetture efficienti sia dal punto di vista i impiantistico che progettuale, non è inusuale; numerosi altri edifici sparsi per il globo hanno saputo coniugare i sistemi costruttivi tradizionali con le innovazioni ingegneristiche, non ultimo il progetto spagnolo presentato in occasione della recente competizione universitaria dei Solar Decathlone Europe. Nel prototipo andalusoPatio 2.12 infatti la facciata è stata realizzata ricorrendo all’“Effetto Brocca”, ottenuto grazie all’inserimento all’esterno della facciata una camera d’aria ceramica contenente una serie di canali all’interno dei quali scorre capillarmente e goccia a goccia l’acqua.
L’edificio giapponese Sony City Osaky rappresenta un valido esempio dei risultati che potrebbero essere raggiunti grazie all’integrazione tra le tecniche costruttive tradizionali, la progettazione passiva e la moderna ingegneria.