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“Solo fumo negli occhi”: le 8 maggiori compagnie fossili ci portano verso 2,4°C

Sei su otto hanno piani per espandere l’estrazione di gas e petrolio. E anche chi non li ha è impegnato in nuovi progetti fossili. Nessuna delle 8 major pensa di ridurre le sue emissioni in valori assoluti entro questo decennio. Tutte si affidano a CCS e carbon offset

Compagnie fossili: le 8 più grandi ci portano verso 2,4°C
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La pagella di Oil Change International sulla traiettoria di transizione delle compagnie fossili

Le 8 maggiori compagnie fossili non stanno facendo nemmeno il “minimo indispensabile” per allineare il proprio business all’obiettivo di 1,5 gradi. I loro piani sono invece compatibili con un aumento della temperatura globale di 2,4 gradi. Se realizzati interamente, le attività di queste sole 8 multinazionali del petrolio e del gas useranno il 30% del budget di carbonio che ci resta per rispettare l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi.

“È più chiaro che mai che non ci si può fidare delle compagnie petrolifere e del gas – i piromani che alimentano il caos climatico – per spegnere l’incendio. Non ci sono prove che le grandi compagnie petrolifere e del gas stiano agendo seriamente per partecipare alla transizione energetica”, accusa David Tong, autore del rapporto “Big Oil Reality Check” rilasciato oggi da Oil Change International e realizzato insieme a oltre 200 ong di tutto il mondo.

Per passare ai raggi x le performance delle 8 compagnie fossili più grandi al mondo, il rapporto usa 10 criteri, divisi in tre tipologie: ambizione, integrità e transizione basata sul rispetto delle persone. Includono criteri come la pianificazione di nuove esplorazioni o estrazioni di fonti fossili, piani per la riduzione delle emissioni in termini assoluti, rispetto dei diritti umani e tutela delle popolazioni locali.

Dalle compagnie fossili solo “fumo negli occhi”

Risultato? Tutte le major ottengono come punteggio “decisamente insufficiente” o “insufficiente” in tutti i criteri usati per la valutazione. Sei su otto hanno piani di espansione delle loro operazioni. E anche quelle che non lo dicono apertamente stanno portando avanti nuovi progetti. Tutt’al più vendono alcuni asset invece di dismetterli. Ma così “mascherano le loro azioni come se contribuissero ad una transizione energetica perpetuando l’inquinamento climatico”, sottolinea il rapporto.

Va anche peggio sul fronte dell’integrità. Nessuno dei piani per la transizione di queste compagnie fossili prevede una riduzione assoluta delle emissioni di gas serra. Al contrario, si indica come soluzione la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS), le compensazioni di carbonio, o altre iniziative analoghe che “ritardano e distraggono dalla dismissione dei combustibili fossili e prolungano l’impatto dell’energia sporca sulla salute e la sicurezza delle comunità”. Idem per quanto riguarda la tutela dei diritti umani.

“Le società petrolifere e del gas sono più interessate a far sembrare che stiano agendo sul cambiamento climatico che ad agire effettivamente sul cambiamento climatico. Spendono miliardi in fumo negli occhi per cercare di ingannarci facendoci credere di avere soluzioni per un pianeta vivibile quando, in realtà, stanno perpetuando danni al clima e alle popolazioni locali”, sintetizza Myriam Douo di Oil Change International.

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About Author / Lorenzo Marinone

Scrive per Rinnovabili dal 2016 ed è responsabile della sezione Clima & Ambiente. Si occupa in particolare di politiche per la transizione ecologica a livello nazionale, europeo e internazionale e di scienza del clima. Segue anche i temi legati allo sviluppo della mobilità sostenibile. In precedenza si è occupato di questi temi anche per altri siti online e riviste italiane.