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Il G7 a trazione tedesca diventa un “club del clima”

Club del clima: l’idea di Berlino per il G7 del 2022
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Un club del clima al G7 per sostenere il dialogo tra UE, USA e Cina

(Rinnovabili.it) – L’azione sul clima deve essere più coordinata a livello internazionale e il G7 deve innescare questo cambiamento. Anche a costo di cambiare i connotati al formato negoziale che riunisce le 7 maggiori economie del mondo. Per farlo diventare un “club del clima” più aperto e capace di trovare posizioni comuni forti sui temi più impellenti. È l’idea di G7 presentata da Olaf Scholz, il nuovo cancelliere tedesco, durante la conferenza stampa del 21 gennaio in cui ha presentato le priorità della presidenza tedesca del gruppo per il 2022.

Contrastare il cambiamento climatico causato dall’uomo è uno degli “obiettivi principali” dell’agenda, insieme a giustizia internazionale e ripresa post pandemica. “Vogliamo fare in modo che i paesi non vadano da soli, ma che si uniscano per formare un club del clima in cui si progredisca in modi diversi, ma insieme, in modo che si riesca a diventare clima-neutrali nel mondo, e in modo da poterlo fare entro la metà di questo secolo”, ha spiegato Scholz.

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L’accento è soprattutto sul commercio internazionale. E non è un’idea nuova: il neo-cancelliere tedesco l’aveva già ventilata tempo fa, prima di entrare in carica. Questo club del clima dovrebbe gestire soprattutto i contraccolpi dell’introduzione di strumenti come la tassa sul carbonio alla frontiera, un surplus per i prodotti importati da paesi con una legislazione sul clima meno stringente di quella del paese importatore.

È l’idea alla base del Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) presentato da Bruxelles lo scorso luglio nel pacchetto Fit for 55. Ma è anche una soluzione che gli Stati Uniti di Joe Biden, dopo qualche resistenza iniziale, stanno considerando seriamente. Mentre la Cina e molti altri paesi la vedono come fumo negli occhi, come una pratica commerciale scorretta.

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Evitare che il Green Deal europeo e la ripresa verde annunciata da Biden diventino realtà senza però innescare tensioni o, peggio, vere e proprie guerre commerciali, è la missione del G7 a trazione tedesca.

“Saremo molto attenti a garantire che le regole, le regole ecologiche, non ci portino accidentalmente o intenzionalmente a entrare in una guerra commerciale, né da parte tedesca, né da parte europea, né da parte dell’altra”, specifica Robert Habeck, vice-cancelliere e ministro dell’Economia e della Transizione Ecologica.

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