Il WWF fa il bilancio di un anno di impegni, promesse e azioni sul cambiamento climatico, la diversità biologica e la tutela degli ecosistemi
Ancora difficile “conciliare i tempi della politica con quelli del clima”
(Rinnovabili.it) – L’anno che si sta chiudendo ha dimostrato che è ancora difficile “conciliare i tempi delle politiche e della consapevolezza con quelli della crisi ecologica e climatica”. Passi avanti ce ne sono stati su tutti i fronti, ma è il ritmo quello che dovrebbe preoccupare. I ritardi accumulati rischiano di portarci verso “un pericoloso game-over, oltre il quale anche le migliori intenzioni non potranno più fermare l’irreversibilità dei processi”. È il giudizio molto amaro che dà il WWF al 2021 per quanto riguarda i capitoli della tutela del clima, della natura e della biodiversità.
Ritardi che in parte sono legati alla non uscita dalla pandemia, ma in parte hanno altre cause. L’ong punta il dito contro “la mancanza di un’effettiva volontà di cambiare economia, politiche e stili di vita”, che ha portato a “sottovalutare gli effetti sul clima, sugli ecosistemi e sulla nostra salute” ancora una volta.
Le buone notizie su clima e ambiente…
Nel capitolo delle “buone notizie” del 2021, il WWF cita la COP26 di Glasgow. Non perché il summit sul clima abbia rispettato le promesse della vigilia ma per alcuni passi avanti che restano comunque importanti: l’obiettivo di 1,5 gradi resta a portata di mano, per la prima volta una coalizione di paesi parla esplicitamente di phase out delle fossili (è la Beyond Oil and Gas Alliance, di cui fa parte anche l’Italia ma solo come osservatore).
Altri tornanti positivi del 2021, spostando lo sguardo verso Bruxelles: l’ok alla strategia 2030 per la biodiversità e la strategia Farm to Fork, che fissano la tutela del 30% delle terre e dei mari entro fine decennio. E ancora: la strategia per la tutela dei suoli e la legge per contrastare la deforestazione importata. Sul versante biodiversità, il WWF ricorda la dichiarazione di Kunming (e l’impegno a fare sul serio l’anno prossimo all’atto conclusivo della COP15) e la decisione della commissione Generale per la Pesca in Mediterraneo (CGPM) per una gestione sostenibile degli stock ittici.
…e le cattive notizie
Lungo (e pesante per il clima) l’elenco delle “cattive notizie” del 2021. La COP26 non ha regalato quel “cambio di passo che tutti auspicavano”. La deforestazione in Amazzonia in aumento del 22%, la stagione degli incendi nel Mediterraneo che è stata tra le peggiori di sempre, il flop della riforma della Pac che parla di eco-schemi ma è ben poco allineata con il Green Deal.
E ancora: il Pnrr “davvero poco verde” con appena lo 0,5% degli investimenti dedicati alla biodiversità per “mettere in sicurezza il capitale naturale”, un nuovo rinvio per la plastic tax che non trova spazio nella manovra di bilancio 2022, le incertezze italiane sui pesticidi (una legge sull’agricoltura biologica giace dimenticata alla Camera) e sul consumo di suolo.