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Schiaffo a Macron sul clima in costituzione

Clima in costituzione: il Senato francese boccia Macron
credits: Osbornb via Flickr | CC BY 2.0

Non passa al Senato l’introduzione del clima in costituzione

(Rinnovabili.it) – I sogni verdi di Macron naufragano sulle “garanzie”. Il Senato francese ha respinto la proposta del presidente di introdurre il clima in costituzione. Fondamentale l’opposizione dei Repubblicani, che hanno puntato i piedi su una singola parola e costretto il governo a cercare maggioranze alternative. Senza successo.

Il passaggio incriminato sostiene che la République “garantisce la protezione ambientale e la diversità biologica, e combatte il cambiamento climatico”. Sui temi, nessuna opposizione. Biodiversità e climate change sono nelle corde di tutti. Quello che non quadra e che la destra francese non ha accettato è l’espressione “garantisce”. Troppo forte, troppo impegnativa. Quasi un cavallo di Troia per nuovi contenziosi climatici sollevati da cittadini e ong, che già stanno riuscendo a far breccia di tribunale in tribunale con le leggi e la costituzione attuale.

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I negoziati tra la rappresentanza che fa capo a Macron, La République En Marche, e gli altri partiti non ha trovato nessun compromesso accettabile. Dopo un rimpallo tra Camera e Senato il disegno di legge per introdurre il clima in costituzione si è arenato del tutto.

Macron aveva speso molto del suo capitale politico per spingere questo provvedimento. Non tanto per un reale impegno a favore dell’ambiente e del clima, ma per calcolo elettorale. Le elezioni presidenziali si tengono l’anno prossimo e il clima sarà uno dei temi principali su cui Macron si gioca la permanenza all’Eliseo.

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Le premesse non sono buone, e lo schiaffo ricevuto al Senato brucia ancora di più. Alle elezioni locali, nel 2020, Macron è stato travolto da un’onda verde. È corso subito ai ripari creando un’assemblea popolare per fare proposte sul clima. Poi le ha prese, le ha modificate a piacimento e le ha fatte votare, con grandi proteste di chi le aveva preparate ricevendo la promessa che sarebbero state mandate in aula senza altri interventi del governo. La sintonia ritrovata con i francesi, su questo, è durata davvero poco. Poi il processo climatico promosso da ong e dal comune di Grande-Synthe, che ha portato alla condanna del governo per inazione climatica: altra tegola su Macron. Che adesso guarda con qualche preoccupazione in più all’appuntamento con le urne.

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