Nel giorno dell’insediamento alla Casa Bianca, il presidente ha firmato una raffica di ordini esecutivi. Dall’uscita dall’Accordo di Parigi all’addio ai target sulle auto elettriche, ecco le principali decisioni di Trump
Uscire dell’Accordo di Parigi sul clima (di nuovo). Aumentare la produzione di combustibili fossili in nome di una “emergenza energetica” nazionale (e dello slogan trumpiano “Drill, baby, drill”). Bloccare l’eolico offshore. Cancellare molte protezioni per ecosistemi fragili volute da Biden. Scardinare la transizione alla mobilità elettrica. Sono alcuni degli ordini esecutivi firmati il 20 gennaio, il primo giorno del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, subito dopo il giuramento.
Una raffica di provvedimenti che – come ampiamente promesso – mira a fare inversione a U su gran parte delle politiche sul clima e sull’energia degli Stati Uniti. E che si mescolano ad altri ordini esecutivi altrettanto controversi. Dall’uscita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità alla cancellazione dei processi per tutti coloro che hanno assaltato il Campidoglio il 6 gennaio 2021. Dallo stop alle assunzioni di funzionari nelle agenzie federali (che Trump vuole epurare perché sarebbero di cultura politica troppo vicina ai democratici) al primo passo per cancellare lo ius soli. All’addio alle politiche DEI (diversity, equity, inclusion) in nome del “esistono solo 2 generi”.
Da Parigi all’IRA di Biden: le decisioni di Trump su clima e energia
Vediamo quali sono i principali ordini esecutivi che riguardano clima ed energia firmati da Donald Trump il 20 gennaio.
Uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi
Trump ha firmato un ordine esecutivo per ritirare gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima. Lo aveva già fatto durante il suo 1° mandato, ma Biden aveva subito fatto rientrare Washington nell’Accordo. L’uscita diventerà effettiva tra 1 anno esatto. Ma il testo del provvedimento sottolinea che la Casa Bianca considera che l’uscita abbia validità “immediatamente”.
Parlando durante l’inaugurazione della sua presidenza, Trump ha affermato che “gli Stati Uniti non saboteranno le nostre industrie mentre la Cina inquina impunemente”, alludendo al fatto che il Paris Agreement sarebbe inefficace e dannoso per gli States perché non tutti i paesi procedono alla stessa velocità con la riduzione delle emissioni. Secondo Trump, l’addio a Parigi farà risparmiare al paese almeno “1.000 miliardi di dollari”.
Con l’addio degli Stati Uniti, diventa sempre più probabile che il mondo mancherà gli obiettivi di Parigi. Senza il 2° inquinatore mondiale a bordo, gli altri paesi dovranno intensificare gli sforzi per ottenere la riduzione di gas serra necessaria per restare almeno sotto i 2 gradi di riscaldamento globale.
Promozione di combustibili fossili e dichiarazione di emergenza energetica
Trump ha annunciato una serie di misure per aumentare l’estrazione di petrolio e gas, dichiarando una “emergenza energetica nazionale”. In realtà, da oltre 10 anni gli Stati Uniti sono il 1° produttore di fonti fossili al mondo. Questo atto consente di sospendere alcune normative ambientali e accelerare i permessi per l’estrazione di risorse naturali, compreso lo sfruttamento di aree protette come quelle in Alaska.
“We will drill, baby, drill”, ha ribadito Trump nel suo discorso inaugurale. “Abbiamo qualcosa che nessun’altra nazione manifatturiera avrà mai, la più grande quantità di petrolio e gas di qualsiasi paese sulla Terra, e la useremo”.
Revoca del supporto per i veicoli elettrici
Tra i 78 ordini esecutivi di Biden cancellati in poche ore, Trump ha annullato anche un provvedimento del 2021 che mirava a far sì che il 50% delle auto nuove vendute entro il 2030 fosse elettrico. Ha giustificato la decisione affermando che favorire i veicoli elettrici avrebbe danneggiato l’industria americana mentre la Cina continuava a inquinare.
L’obiettivo di Biden non era vincolante e aveva ottenuto l’approvazione delle principali voci dell’industria automobilistica.
Blocco di nuovi parchi eolici offshore
Trump ha congelato il programma di leasing federale per progetti di energia eolica offshore, ostacolando lo sviluppo di parchi eolici commerciali negli Stati Uniti. La decisione ha colpito i piani per raggiungere obiettivi ambiziosi di energia rinnovabile in Stati come New York e Massachusetts. L’amministrazione ha giustificato la scelta con preoccupazioni economiche e logistiche, oltre a ripetere un’affermazione falsa circa la pericolosità dei parchi per le balene.
Nel 2022, il National Renewable Energy Laboratory ha stimato che gli Stati Uniti hanno un potenziale tecnico di risorse eoliche pari a 1.476 GW (da turbine ancorate al fondale) e 2.773 GW (da eolico galleggiante) di energia eolica offshore.
Ritiro di fondi per l’Inflation Reduction Act
Trump ha ordinato alle agenzie federali di ritirare i fondi non ancora spesi dal “Inflation Reduction Act”, la spina dorsale della transizione ecologica del paese voluta da Biden nel 2022. Questa azione mirava a limitare gli investimenti in energia pulita e tecnologie a basse emissioni di carbonio, sebbene gran parte dei fondi fossero già stati allocati e non facilmente recuperabili.
Revoca degli standard sulle emissioni dei veicoli
L’amministrazione Trump ha iniziato il processo per eliminare gli standard sulle emissioni delle auto stabiliti durante l’era Biden, che miravano a ridurre l’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra. La revoca è stata descritta come un favore all’industria automobilistica tradizionale.
Apertura di terre federali all’estrazione di risorse
Trump ha annunciato che vasti territori federali, inclusi ambienti sensibili come parti dell’Alaska, saranno destinati all’estrazione di petrolio, gas e minerali.