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Il bazooka da 2.000 mld che distruggerà il clima

Un rapporto del Natural Resource Governance Institute spiega che se gli investimenti programmati nei prossimi 10 anni creeranno profitto allora non avremo rispettato l’accordo di Parigi

Clima: le aziende fossili investiranno 2mila mld in 10 anni
Foto di Dr StClaire da Pixabay

Le compagnie fossili statali non sono allineate alle promesse sul clima degli Stati

(Rinnovabili.it) – C’è un bazooka che è carico e pronto a sparare nel post-pandemia. Ma non è quello degli aiuti ideato dalla Commissione europea. E soprattutto non farà bene al clima come quello targato Ursula. L’arma è in mano alle aziende fossili di proprietà statale. Nei prossimi 10 anni – quelli decisivi per provare a centrare gli obiettivi dell’accordo di Parigi – investiranno qualcosa come 2.000 miliardi di dollari. Tutti in progetti che con le ambizioni di Parigi e l’azione climatica hanno ben poco a che vedere.

A lanciare l’allarme è il Natural Resource Governance Institute in un rapporto appena pubblicato. I ricercatori sottolineano che le compagnie fossili controllate del tutto o per la maggior parte dagli Stati non sono allineate con le promesse climatiche che quegli stessi Stati hanno annunciato pubblicamente. E la loro stazza è tale che il volume di investimenti che sono in grado di mobilitare può davvero fare la differenza. Queste compagnie fossili, infatti, producono circa metà del greggio e del gas a livello mondiale e rappresentano ben il 40% degli investimenti del comparto.

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Il rapporto mette in luce un paradosso: molti paesi stanno facendo delle “scommesse rischiose”, come recita il titolo dello studio. Quali? Danno luce verde a investimenti che diventano vantaggiosi – cioè creeranno profitto – solo con un aumento del riscaldamento globale oltre i 2°C pattuiti a Parigi. Ma a loro volta, in questi scenari l’impatto del cambiamento climatico avrà ripercussioni sugli Stati stessi, costringendoli a sborsare altro denaro pubblico per tamponare il global warming e mettere in campo misure adeguate di adattamento e mitigazione.

“Una quantità enorme di investimenti statali in progetti petroliferi produrrà probabilmente rendimenti solo se il consumo globale di petrolio è così alto che il mondo supererà i suoi obiettivi di emissioni di carbonio”, afferma Patrick Heller, un consulente NRGI e uno dei coautori del rapporto.

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“Questa spesa rischiosa ha importanti implicazioni per il futuro economico dei paesi di origine delle compagnie petrolifere nazionali”, continua Heller. “Le compagnie petrolifere statali nei paesi in via di sviluppo ed emergenti, tra cui Algeria, Messico e Nigeria, potrebbero investire collettivamente più di 365 miliardi di dollari in simili progetti ad alto costo, spese che potrebbero invece aiutare ad alleviare la povertà o diversificare le loro economie dipendenti dal petrolio”.