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Cingolani: “prezzo del gas non accettabile”. Ma la soluzione è complessa

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L’informativa del ministro Cingolani in Senato

(Rinnovabili.it) – 1,5 euro a metro cubo contro i 30 centesimi di un anno fa. Questa la differenza tra il prezzo del gas attuale e quello dell’inizio 2021. Un rincaro consistente “che sta mettendo in ginocchio un po’ tutti”, ha spiegato il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. “E questo influenza tutto, l’elettricità (il PUN ha superato i 600€/MWh) e anche le raffinerie”. “Tale incremento non è accettabile ed effettivamente si traduce in una grande speculazione di alcuni hub che non producono, ma fanno solo transizioni”.

Il numero uno del MiTE ha riferito oggi in Senato sugli ulteriori rincari del costo dell’energia e sulle misure del Governo per contrastarne gli effetti. La strada imboccata porta ad una maggiore indipendenza energetica dalla Russia, diversificando i flussi del gas. Come? Grazie ai nuovi accordi finalizzati in queste settimane dalla Farnesina, incrementando l’import tramite TAP, massimizzando l’utilizzo dei terminali GNL, incentivando l’iniezione di gas in stoccaggio. Ma per ampliare in maniera consistente lo scenario nazionale servirà almeno un triennio, sottolinea il ministro.

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Ecco perché l’Italia a livello europeo sta sostenendo la proposta di un price cap comunitario e temporaneo sulle transazioni di gas naturale all’ingrosso. E un intervento sulle regole di mercato che permetta di disaccoppiare prezzi di vendita dell’energia prodotta da tecnologie rinnovabili elettriche rispetto a quelli del parco termoelettrico.

D’altra parte l’Italia è oggi impegnata anche ad accelerare il suo parco energetico verde sia terra che in mare. E il governo ha già iniziato a rimuovere alcuni paletti, soprattutto per gli impianti in autoconsumo. Attualmente ha confermato il ministro, l’Italia dispone di 40 GW di richieste di connessione da progetti offshore. “Ogni 8 GW di potenza elettrica che noi installiamo risparmiamo in media 3 mld m3 di gas”. 

Per contenere i prezzi energetici nell’immediato, “si potrebbe intervenire con misure di contingentamento della domanda e di accelerazione dell’efficientamento energetico”. Quindi via libera a misure di flessibilità sui consumi di gas e interrompibilità del settore industriale ma solo per brevi periodi settimanali e “in caso di picchi della domanda”. Cingolani ha ricordato come esista già un ampio piano di riserva con diversi livelli d’azione per il contenimento dei consumi a seconda dei livelli di emergenza. “Poi si può sempre pensare ad un incremento di importazioni di energia elettrica dal nord Europa“.

Infine spunta l’ipotesi un’accisa mobile per contrastare il caro benzina. Dal momento che “c’è stato maggior gettito Iva dovuto al fatto che la base è aumentata – ha spiegato Cingolani – il maggior gettito Iva potrebbe essere utilizzato per ridurre l’accisa corrispondentemente e avere una riduzione di prezzo alla pompa”.

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