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Cina, per la prima volta la capacità fossile scende al 50% del mix

capacità fossile
via Pixabay

(Rinnovabili.it) – Potrebbe essere il 2022 l’anno in cui la capacità elettrica a zero emissioni della Cina pareggerà per la prima volta con la capacità fossile. La previsione arriva dal China Electricity Council (CEC) che ha pubblicato in questi giorni il “Rapporto di previsione e analisi della situazione della domanda e dell’offerta di energia elettrica nazionale 2021-2022”. 

Secondo il documento si prossimo anno la domanda elettrica cinese aumenterà del 5-6% raggiungendo un consumo annuale di circa 8.800 miliardi di kWh. “Prevediamo che la situazione della domanda e dell’offerta di elettricità nel 2022 sarà generalmente equilibrata in tutto il paese. Ma alcune regioni potrebbero assistere a una crisi energetica durante le ore di punta della domanda nella stagione estiva e invernale”, scrive il CEC.

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Una buona parte del fabbisogno potrebbe essere coperto da fonti alternative. “Spinta dal rapido sviluppo di nuova energia, si prevede che nel 2022 la scala della capacità aggiunta raggiungerà un livello record”. Il CEC parla di circa 230 GW di nuova installazione, di cui circa 180 GW alimentati da “fonti non fossili”. L’etichetta comprende sia nuovi impianti eolici e fotovoltaici che la produzione idroelettrica e nucleare. Questa crescita, aggiunge il Consiglio, dovrebbe portare la capacità produttiva elettrica totale a quota 2.600 GW, di cui la metà da fonti alternative. 1.140 GW saranno invece impianti termoelettrici a carbone.

I progressi nella riduzione della capacità fossile sono in parte il frutto delle nuove politiche di Pechino atte a ridurre l’impiego di carbone e a portare la potenza installati di eolico e fotovoltaico ad almeno 1.200 GW entro la fine di questo decennio. Una crescita imponente nei numeri che tuttavia permetterà alla nazione di raggiungerà la neutralità climatica solo nel 2060.

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