Ripreso il progetto della Ciclovia del Metauro per non perdere 4,5 mln di euro
“La Ciclovia del Metauro? Tre più: più bella, più lunga e più sicura. La Giunta Acquaroli sblocca l’impasse, rispolvera un’idea che giaceva nel cassetto dei buoni propositi e destina più risorse per realizzare un itinerario innovativo. Un bel cambio di passo per un’opera che darà lustro alle bellezze del nostro territorio e sarà al servizio delle comunità di una provincia ridotta a Cenerentola delle infrastrutture delle Marche e del Centro Italia”.
E’ piena soddisfazione quella espressa dall’assessore regionale alle Infrastrutture Francesco Baldelli sulla vicenda della Ciclovia del Metauro, un’opera dedicata agli appassionati delle due ruote, e che oggi è “allo sprint decisivo – come sottolinea l’assessore – con un nuovo progetto da realizzare entro luglio, più risorse disponibili e un iter accelerato per giungere al traguardo in tempo e scongiurare il rischio di perdere i finanziamenti dopo anni di immobilismo, ritardi ed errori a ripetizione”.
Nel suo intervento all’Assemblea Legislativa, Baldelli, dopo aver garantito che la ciclovia si farà ed avrà un itinerario più esteso e sicuro rispetto allo studio precedente, ha anche ripercorso le tappe principali della “Telenovela” Ciclovia del Metauro, a partire dal 2017, anno in cui il CIPE aveva assegnato all’opera 4,5 milioni di euro. Nel gennaio del 2019, con la firma della convenzione tra Regione Marche e Ministero, si è stabilito l’obbligo di assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante entro e non oltre la fine del 2021. Nel frattempo, era stato redatto lo studio di fattibilità che prevedeva la realizzazione del percorso ciclabile all’interno del sedime di proprietà di RFI, ad una distanza di 1,5 metri dal binario della ferrovia dismessa Fano-Urbino. Successivamente, la Conferenza di Servizi del 20 febbraio 2020 riceveva i pareri negativi, emessi da Autostrade e Ministero delle Infrastrutture, su alcuni aspetti chiave dello studio, che invitavano la Regione Marche a non autorizzare interventi difformi da essi e la Società Autostrade ad attivare ogni forma di tutela legale qualora il caso lo rendesse necessario. Pareri perentori, a cui nessuno degli interessati ha saputo dare una soluzione nei tempi stabiliti, e che hanno generato una pericolosa impasse con il rischio di perdere definitivamente i 4,5 milioni di euro destinati alla Ciclovia, generando un grave danno per tutte le attività economiche e i cittadini delle comunità della costa e dell’entroterra pesaresi.
“Non potevamo attendere ancora – ha sottolineato Baldelli – ed abbiamo agito per scongiurare un rischio concreto: quello di infoltire ulteriormente la schiera delle incompiute delle Marche, quelle opere mai realizzate e di cui i marchigiani sentono parlare, solo parlare, da oltre 30 anni”. Quindi, passato oltre un anno dalla Conferenza e dopo non aver ricevuto alcuna comunicazione sia dal Comune di Fano che dalla società Autostrade relativamente alla risoluzione delle problematiche rilevate dai pareri negativi, la Giunta Acquaroli si è attivata immediatamente per avviare il progetto di un tracciato alternativo, sempre in prossimità della ferrovia dismessa Fano-Urbino, ma ad una distanza tale da non interferire con le eventuali previsioni degli studi di fattibilità derivanti dalle decisioni governative in tema ferroviario. “Un passaggio dovuto – ha sottolineato l’assessore Baldelli – è stato la conclusione della conferenza di servizi, in quanto i pareri negativi non erano superabili in tempi brevi, mettevano seriamente a rischio i finanziamenti disponibili e comunque non erano compatibili con la tempistica. Abbiamo definitivamente sbloccato una situazione critica – ha concluso Baldelli -, e attendiamo con grande entusiasmo il nuovo progetto della ciclovia, che avrà più risorse e un iter più rapido, con un itinerario bellissimo che farà tappa a Cartoceto, Colli al Metauro, Fossombrone, con l’attraversamento del parco delle Cesane, fino a Urbino, mentre da Fossombrone si proseguirà, utilizzando la vecchia Flaminia, verso la Gola del Furlo, Acqualagna, Cagli e Cantiano, ultimo lembo di territorio marchigiano ai piedi dell’Appennino”.