Sono 17 le centrali nucleari già autorizzate al riavvio o di nuovo in esercizio dopo lo stop del 2011
(Rinnovabili.it) – Il Giappone cancella il limite di 60 anni per la durata d’esercizio delle sue centrali nucleari. Un passo che prelude all’espansione dell’energia dall’atomo nel mix nipponico, punto su cui il governo di Fumio Kishida spinge da mesi. Presentandola come la soluzione migliore per rispettare l’impegno di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e, soprattutto, per non mancare i target intermedi al 2030 di riduzione delle emissioni del 46% rispetto ai livelli del 2013.
Oggi la legge giapponese prevede che una volta raggiunti i 40 anni di esercizio, gli impianti possano chiedere un’estensione di altri 20 anni previo controllo dell’autorità competente, la Genshiryoku Kisei Iinkai (NRA). Le nuove regole cambiano questa procedura. La richiesta di estensione andrà fatta una volta raggiunti i 30 anni di attività e il permesso avrà durata decennale. Contestualmente alla richiesta, gli operatori delle centrali nucleari dovranno presentare un piano di gestione dell’impianto dettagliato.
Nuova vita per le centrali nucleari giapponesi
Cosa significa, nella pratica, l’estensione di vita delle centrali nucleari del Giappone? Oggi, dei 60 reattori presenti sul territorio, solo 10 sono già stati riattivati dopo lo stop precauzionale seguito al disastro di Fukushima di marzo 2011, mentre altri 7 hanno già ottenuto il via libera dalla NRA. Ulteriori 10 reattori sono ancora in fase di monitoraggio, mentre i restanti sono in fase di decommissioning.
Alcuni di quelli già riattivati o che lo saranno a breve superano già oggi i 40 anni di vita. Si tratta delle centrali nucleari di Mihama (reattore 3), l’unica che sta già operando oltre il limite dei 4 decenni, a cui si aggiungeranno presto il reattore 1 dell’impianto di Takahama (48 anni) e il reattore 2 (47 anni), oltre al secondo reattore della centrale di Tokai (44 anni).
Altri reattori potranno seguire, visto che l’obiettivo del governo è di arrivare al 2030 con almeno il 20-22% di mix elettrico coperto dal nucleare. Oggi l’atomo vale appena il 6,9%. Nel panorama giapponese, il 45% dei reattori ha più di 30 anni mentre il 53% ha tra i 10 e i 30 anni.