La legge sulla sicurezza energetica arriverà in parlamento nelle prossime settimane. Servono 13 nuovi GW post 2026. Il governo spinge per coprirli con 8 reattori EPR, oltre ai 6 già preventivati. Ma il testo della legge resta “tecnologicamente neutro”, assicura la ministra della Transizione Ecologica. Il piano, però, continua a non fissare un target per la quota di rinnovabili nel mix, dato che manca anche nel PNIEC d’oltralpe
Sempre più centrale il ruolo degli impianti nucleari in Francia
(Rinnovabili.it) – Non saranno 6 ma 14 le nuove centrali nucleari in Francia nei prossimi anni. Lo ha affermato la ministra della Transizione Ecologica Agnès Pannier-Runacher in un’intervista a La Tribune, confermando la volontà del governo di mettere in campo anche gli 8 reattori EPR (European Pressurised Reactors) indicati come opzionali nella nuova strategia energetica del paese transalpino.
Prende così una forma più definita il ruolo dell’atomo nella transizione energetica francese, a un anno e mezzo dal rilancio del nucleare annunciato dal presidente Emmanuel Macron. Nel 2022, Macron aveva indicato in 6 nuove centrali nucleari di terza generazione avanzata (III+) la soglia minima a cui puntare.
Lo scorso dicembre, presentando il piano per la sicurezza energetica nazionale – la cui discussione in parlamento è in calendario per fine mese – l’inquilino dell’Eliseo aveva già accennato alla possibilità di allungare la coda di centrali nucleari in Francia da costruire nei prossimi decenni per raggiungere la neutralità climatica entro metà secolo.
Il futuro delle centrali nucleari in Francia
“Serve del nucleare in più rispetto ai primi 6 EPR perché il parco esistente non sarà eterno”, ha spiegato Pannier-Runacher. Questo nonostante la decisione di Macron, annunciata già nel 2022, di venir meno alla promessa fatta in campagna elettorale di chiudere una dozzina dei 56 reattori nucleari gestiti da EDF. In realtà, il testo della legge sulla sicurezza energetica che approderà nelle prossime settimane in parlamento resta più sul vago. La ministra conferma che non conterrà nessun target specifico per la quota di energie rinnovabili nel mix nazionale, dato che manca anche dal PNIEC francese.
L’unico numero che conta? I 13 GW supplementari da installare post 2026. Rispetto ai quali la legge, assicura la ministra, resta “tecnologicamente neutra”. Questa capacità installata corrisponde a 8 nuovi reattori EPR, ma “senza vincolarsi a questa o quest’altra tecnologia”, ha detto a La Tribune. 13 GW che dovranno aiutare la Francia, questo l’obiettivo generale, ad abbattere la quota delle fossili nel mix energetico dal 60 al 40% entro il 2035.