Rinnovabili • Centrali a carbone: crollo del 76% dei nuovi progetti dopo Parigi

Non solo carbone: Pechino inizia a finanziare meno centrali fossili all’estero

Dei 113 GW di generazione elettrica già installati fuori dai confini nazionali, il 34% consiste in centrali a carbone. In tutto, metà della capacità installata è fossile. Il trend continua uguale per gli impianti già in costruzione, mentre quelli in fasi preliminari di sviluppo sono dominati da fonti low-carbon

Centrali a carbone: crollo del 76% dei nuovi progetti dopo Parigi
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Un dossier del GDPC dell’università di Boston sulle centrali fossili cinesi oltremare

(Rinnovabili.it) – La promessa cinese di interrompere il finanziamento di centrali a carbone all’estero si sta concretizzando. Ma questo non significa che la diplomazia energetica di Pechino sia diventata verde. Gli impianti di generazione elettrica già operativi emettono 245 Mt (milioni di tonnellate) CO2 l’anno. Tanto quanto paesi come la Spagna o la Thailandia. E se si considerano anche i progetti nelle varie fasi di sviluppo, il volume emissivo può aumentare di altre 100 Mt visto che metà della capacità installata è da centrali fossili tra carbone, petrolio e gas.

A fare i conti in tasca alla Cina, appena uscita dal congresso del partito comunista che ha sancito il 3° storico mandato per il presidente Xi Jinping, è il Global Development Policy Center dell’università di Boston. La capacità installata complessiva di generazione elettrica fuori dai confini nazionali è pari a 113,5 GW, distribuita in circa 650 impianti in 92 paesi. Gli impianti in fase di sviluppo hanno una capacità installata complessiva pari a 58,1 GW.

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Ora, se si confronta l’esistente con gli impianti in costruzione, si vede chiaramente che la quota delle centrali fossili non tende a scendere. Di questi 113,5 GW, il carbone rappresenta la quota maggiore, pari al 34% della capacità installata oltremare finanziata attraverso investimenti e prestiti cinesi. La seconda voce della lista è l’energia idroelettrica (29%), poi il gas (18%), mentre all’energia solare ed eolica combinate resta un misero 12%. Le altre fonti energetiche (il petrolio, il nucleare, la biomassa, la geotermia e i rifiuti) rappresentano complessivamente il 7%.

“I progetti relativi ai combustibili fossili, in particolare carbone e gas, rappresentano oltre il 50% della capacità operativa e si prevede che questa tendenza continui per i progetti attualmente in costruzione”, si legge nel rapporto.

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Diverso il trend per quanto riguarda le centrali in pianificazione, ma non ancora cantierate. Qui la quota principale è rappresentata da quelle low-carbon, tra cui 5 GW di eolico e solare e 11 GW di idroelettrico. Le emissioni aggiuntive dai progetti già in costruzione, calcola il centro dell’università di Boston, arrivano a 82 Mt, mentre quelle dai progetti in sviluppo sono circa 23 Mt.

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