Varsavia pianifica 5 nuove centrali a gas da 3,7GW entro il 2027
(Rinnovabili.it) – Se i ritardi della Polonia nell’addio al carbone (rimandato al 2049) facevano temere il peggio, il piano nazionale sul gas dà una certezza: di questo passo, Varsavia mancherà l’obiettivo di emissioni nette zero entro la metà del secolo. Anzi, due certezze: i cittadini pagheranno prezzi dell’energia più alti. Lo afferma un rapporto del think tank Carbon Tracker che passa al vaglio il progetto di avviare 5 nuove centrali a gas tra il 2023 e il 2027 per un totale di 3,7GW di nuova capacità installata.
La Polonia punta sul gas per ripulire il suo mix energetico dal carbone, ma per rispettare gli impegni climatici europei dovrebbe spegnere le sue nuove centrali dopo appena 7 anni dall’entrata online, calcola Carbon Tracker. Varsavia presenta l’opzione gas fossile come una scelta obbligata. In realtà il rapporto dimostra come sia la scelta più costosa per i cittadini (il prezzo, in sussidi, batte sui 4,5 mld di euro), oltre che quella più impattante sul clima.
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Confrontando il prezzo livellato dell’energia (levelized cost of energy, LCoE) dei 5 nuovi impianti a gas Dolna Odra 1 e 2 dal 2023, Ostrołęka C dal 2025, Rybnik dal 2026, e Grudziądz dal 2027) con quello di nuovi impianti rinnovabili, questi ultimi hanno chiaramente la meglio sia che si tratti di fotovoltaico, sia di parchi eolici onshore e offshore.
Le energie rinnovabili supportate da energy storage saranno in grado di rispondere ai picchi e ai cali della domanda “fornendo servizi di flessibilità paragonabili a un impianto a gas per servizio di picco”. Il solare con stoccaggio sarà più economico del gas dal 2024 e l’eolico onshore con stoccaggio dal 2025, calcola il think tank. “La caduta dei costi delle tecnologie pulite e l’aumento dei costi del gas significano che il progetto Grudziądz da 750MW non sarà competitivo fin dal giorno della sua apertura nel 2027. Per allora anche l’eolico offshore con stoccaggio genererà elettricità a un prezzo più basso”, conclude il rapporto.
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La scelta migliore per la Polonia, quindi, è cancellare i piani di nuove centrali a gas. Realizzarle per poi chiuderle in anticipo sulla durata di esercizio normale, infatti, espone Varsavia a cause legali e richieste di compensazioni da parte degli operatori. Un possibile costo aggiuntivo oltre ai 4,5 mld già citati.
“I contribuenti – conclude il dossier – non dovrebbero essere incatenati a sovvenzionare progetti che possono faticare a operare per la loro intera durata di vita, e questi finanziamenti sarebbero meglio spesi per accelerare gli investimenti nelle energie rinnovabili”.