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Il Sudafrica congela il phase out delle sue centrali a carbone

Nonostante l’impegno preso nell’ambito della Just Energy Transition partnership, il paese africano decide di ritardare la chiusura degli impianti a carbone più obsoleti per far fronte ai blackout. Il carbone oggi pesa per l’80% del mix elettrico

Transizione giusta: dopo 1 anno di negoziati, ecco il “modello Sudafrica”
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UE, USA e UK hanno un accordo da 8,5 mld con il paese per chiudere le centrali a carbone

(Rinnovabili.it) – Il Sudafrica non spegnerà presto le sue centrali a carbone più obsolete, nonostante le promesse a UE, USA e UK. Tenere online anche gli impianti più datati è necessario per evitare blackout. E non altererà di molto la performance climatica del paese. È la posizione della Presidential Climate Commission, un organo consultivo che riporta alla presidenza sulle strategie climatiche e i loro impatti sul paese.

“L’approccio meno costoso è quello di ritirare le centrali a carbone quando raggiungono la fine della loro vita economica”, ha dichiarato Crispian Olver, direttore esecutivo della Presidential Climate Commission. “Spostare lo smantellamento di un paio d’anni non inciderà fondamentalmente sul nostro NDC (contributo nazionale alla riduzione delle emissioni)”, ha aggiunto.

Freno a mano sull’addio alle centrali a carbone

È una frenata brusca, quella che potrebbe formalizzare il Sudafrica, che rivela tutta la fragilità delle cosiddette Just Energy Transition Parterships (JETP). Le JETP sono accordi multilaterali tra economie avanzate e paesi in via di sviluppo altamente dipendenti dal carbone che prevedono aiuti economici, sovvenzioni e prestiti in cambio di un abbandono accelerato delle centrali a carbone. Quella stretta con il Sudafrica dall’Europa, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna è stata la prima, a ottobre 2022.

Il paese africano si era impegnato a chiudere 15 degli impianti più inquinanti in modo da ridurre il peso del carbone nel mix elettrico dall’attuale 80% al 59% entro il 2030. Conseguentemente, le emission di gas serra nazionali sarebbero dovute passare dai 430 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (MtCO2eq) attuali a 398-510 nel 2025 e 350-420 entro la fine del decennio.

In cambio, gli investimenti avrebbero aiutato il ricollocamento dei lavoratori della filiera del carbone, supportato lo sviluppo delle rinnovabili e la loro integrazione nella rete. Gli 8,5 miliardi di euro erano solo una parte dell’importo stimato per l’intera transizione, che ammonta a 98 mld euro per un periodo di 20 anni. Oltre al Sudafrica, altre JETP sono state finora siglate con Indonesia e Vietnam, mentre è in discussione un accordo con l’India e si parla anche di negoziati con il Senegal.