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Centrali a carbone in Cina, nel 2022 è di nuovo boom

Centrali a carbone in Cina: nel 2022 autorizzati 2 impianti a settimana
crediti: CREA, GEM

Il rapporto di CREA e GEM fa il punto sulle centrali a carbone in Cina

(Rinnovabili.it) – Due nuove centrali a carbone in Cina autorizzate ogni settimana. In tutto, impianti per 106 nuovi GW che hanno ultimato la fase di permitting. Il volume più alto dal 2015. Il quadruplo rispetto ai 23 GW del 2021. E un record anche per le centrali di cui sono iniziati i lavori. In molti casi è intervenuta un’accelerata sull’iter autorizzativo. Risultato: più di 50 nuovi GW in cantiere, il 50% in più di quelli in costruzione nel 2021. Sono i numeri del carbone in Cina nel 2022.

I numeri della nuova capacità collegata alla rete restano invece stabili. Erano 26,2 GW nel 2021, sono saliti appena a 26,8 GW nel 2022. È il dato più basso dal 2003 quello degli ultimi due anni, che riflette la flessione delle autorizzazioni tra 2017 e 2020. Ma vista l’impennata di autorizzazioni concesse l’anno scorso, a breve si registrerà un boom.

A sottolineare questi numeri è un rapporto di Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA) e  Global Energy Monitor (GEM) pubblicato oggi. “All’inizio del 2022, l’autorità cinese di regolamentazione dell’energia ha dichiarato che non sarebbero state autorizzate nuove centrali a carbone solo per l’aumento della produzione di energia”, notano gli autori del report. “Tuttavia, le province che hanno avviato il maggior numero di nuovi progetti di produzione di energia a carbone difficilmente soddisfano questo requisito, poiché sono tra quelle che soddisfano la maggior parte dell’aumento del loro fabbisogno energetico attraverso il carbone”.

Perché il boom di centrali a carbone in Cina?

A cosa è dovuto questo boom di autorizzazioni per nuove centrali a carbone in Cina? È una risposta ai black out dovuti alle ondate di calore delle ultime estati, suggerisce il rapporto. Nel 2021-22 il paese ha registrato picchi di carico elettrico anche di 230 GW superiori alla norma, una domanda gonfiata dall’uso di condizionatori. Ma scegliere le centrali a carbone è una soluzione “costosa e non ottimale”, affermano CREA e GEM.

“Le province che autorizzano un gran numero di nuove centrali a carbone cercano di giustificare i progetti come capacità elettrica “di supporto” per garantire la stabilità della rete e l’integrazione delle energie rinnovabili”, rimarcano gli autori. Questa giustificazione, tuttavia, non regge, in quanto gli impianti sono destinati a funzionare con un carico di base e queste province specifiche sono in ritardo nella produzione di energia pulita per soddisfare la crescita della domanda”.

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