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Centrali a carbone, in Europa le emissioni salgono per la 1° volta dal 2015

Sicurezza energetica: la Germania preferisce il carbone al nucleare
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I dati dell’ETS UE sulle emissioni delle centrali a carbone nel 2021

(Rinnovabili.it) – Il 2021 doveva essere l’anno in cui a Glasgow il mondo avrebbe detto addio per sempre al carbone. È successo tutto l’opposto. Anche nei paesi più industrializzati. Com’è andata la COP26 è noto, con la correzione galeotta all’ultimo secondo imposta dall’India: non “abbandonare” ma “ridurre” l’uso di carbone. Com’è andata l’annata per le centrali a carbone in Europa, invece, lo raccontano i dati 2021 relativi all’ETS.

L’anno scorso, le emissioni di CO2 prodotte dalle centrali a carbone sono aumentate del 17% rispetto al 2020. Le 10 fonti emissive più grandi registrate nel mercato del carbonio europeo sono tutti impianti a antracite o a lignite e pesano per il 12% del totale. E più della metà delle emissioni del comparto energetico coperto dall’Emission Trading Scheme sono localizzate in solo due paesi: la Germania e la Polonia.

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Quello del carbone europeo nel 2021 è un salto di tutto rilievo. Qualcosa che non ha precedenti: mai registrato un aumento del genere nei 17 anni da quando è in vigore l’ETS. Non solo: le emissioni dalle centrali a carbone sono tornate a crescere per la prima volta dal 2015, invertendo la rotta. Lo afferma il think tank Ember in un’analisi sugli ultimi dati ETS pubblicati a inizio mese. L’impianto di Niederaußem, in Germania, gestito da RWE, ha fatto un balzo addirittura del +36% in 12 mesi. E gli impianti della PGE, l’utility statale polacca, emettono come l’intero comparto energetico italiano (oltre 70 Mt CO2/anno).

“Nel settore energetico dell’UE, l’aumento dei prezzi del gas ha fatto sì che il carbone diventasse più competitivo dal punto di vista finanziario nella seconda metà del 2021, aumentando la produzione di lignite e carbon fossile”, spiegano i ricercatori di Ember. “La produzione di gas è diminuita del 5% in tutta l’UE nel 2021, mentre il carbone è aumentato del 20% perché è diventato più conveniente dal punto di vista economico”.

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