Uno studio del Potsdam Institute for Climate Impact Research su Stati Uniti, Europa e India mostra che durante la prima ondata il carbone è stata la fonte per generazione di elettricità meno conveniente
Le centrali a carbone sono state le prime a essere messe offline
(Rinnovabili.it) – Durante la pandemia, i lockdown e i cambiamenti dei consumi energetici in tutto il mondo hanno portato a un crollo delle emissioni di CO2. Secondo il Global Carbon Budget 2020, il calo sui 12 mesi si sarebbe attestato ad un -7% (anche se l’intensità di carbonio ha continuato a salire). Un nuovo studio del Potsdam Institute for Climate Impact Research tedesco mette in luce un aspetto interessante di questa flessione: nella fetta della generazione di elettricità, il calo dipende in gran parte dalle centrali a carbone.
Sono le centrali a carbone, più di ogni altra fonte di energia, quelle che sono state messe offline per prime e in misura più corposa durante il 2020 e i mesi più duri della prima ondata. Lo studio ha analizzato i dati sulle emissioni e sulla domanda di energia di Stati Uniti, Europa e India. In alcune regioni studiate, la diminuzione del 20% della domanda di carbone rispetto alle medie mensili del 2019 ha portato a un calo delle emissioni di CO2 fino al 50%. E tra i paesi dove il crollo delle emissioni in termini di domanda di carbone è stato più pronunciato figurano Germania, Spagna e Gran Bretagna.
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Secondo i ricercatori tedeschi, questa congiuntura ha creato una finestra di opportunità inaspettata per accelerare l’abbandono del carbone e rafforzare l’azione climatica. La scelta di mettere offline prima il carbone del gas è “controintuitiva”, scrivono nello studio, perché di norma le centrali a gas hanno costi di esercizio più elevati. Ma nel 2020 il calo del prezzo del greggio ha reso più economico anche il gas, rovesciando la situazione.
Può durare anche al di là della pandemia? Secondo lo studio sì, a condizione che la politica accompagni questo processo innescato dal Covid-19. “Non stiamo dicendo che prevediamo che il carbone sarà gradualmente eliminato”, spiega uno degli autori dell’articolo, Ottmar Edenhofer, al New York Times. “Quello che stiamo dicendo è che questa è ora una splendida opportunità, e sarebbe un bene se i ministri dell’energia e delle finanze di tutto il mondo approfittassero della situazione”.
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