La centrale nucleare Hinkley Point C è in costruzione dal 2016
(Rinnovabili.it) – Si allunga ancora una volta l’odissea della centrale nucleare Hinkley Point C. L’impianto al centro di infinite controversie è in costruzione nel Somerset dal 2016 e ha già subito più volte ritardi e aumento dei costi. Ieri il gestore, la francese EDF, ne ha comunicati di nuovi. La centrale sarà ultimata solo nel 2031, con 4 anni di ritardo rispetto all’ultima data annunciata. E costerà almeno 2,3 miliardi di sterline in più (2,69 mld euro).
I motivi? La pandemia di Covid-19, la Brexit, i problemi di approvvigionamento dei materiali con le oscillazioni lungo la catena di fornitura, rallentamenti nei lavori. “Come altri grandi progetti infrastrutturali, abbiamo riscontrato che la costruzione civile è stata più lenta di quanto sperassimo e abbiamo dovuto affrontare carenze di inflazione, manodopera e materiali, oltre alle interruzioni di Covid e Brexit”, ha spiegato Stuart Crooks, amministratore delegato del progetto della centrale nucleare Hinkley Point C.
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Ma ci sono anche i dissapori tra Londra e Pechino a svolgere un ruolo, nemmeno troppo dietro le quinte. L’anno scorso il governo britannico ha acquisito le quote di China General Nuclear nel progetto gemello, la centrale nucleare Sizewell C. La compagnia controllata da Pechino ha subito interrotto i finanziamenti per Hinkley Point C, dove è partner di EDF.
Nello scenario più ottimistico tra quelli elaborati dall’azienda francese, l’impianto sarà comunque online nel 2029 e i costi arriveranno a 31-34 mld sterline. Dunque almeno un anno di ritardo e costi fino a 1,3 mld in più rispetto all’ultima revisione del progetto, che risale a meno di un anno fa. Nello scenario peggiore, la data finale slitterà al 2031 e i costi arriveranno a 35 mld. Cioè circa 10 miliardi di sterline in più rispetto all’importo preventivato inizialmente.
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La Gran Bretagna sta puntando molto sul nucleare per la decarbonizzazione. Sia puntando su centrali di grossa taglia, come quella di Hinkley Point C, sia, soprattutto, affidandosi allo sviluppo – tramite Rolls Royce – di mini-reattori modulari. Al 2050, il nucleare dovrebbe coprire il 25% della domanda nazionale di elettricità.