In un lungo e dettagliato documento, Greenpeace accende un riflettore sui limiti e le mancanze della missione di monitoraggio dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica presso l’impianto nucleare ucraino, da 1 anno e mezzo minacciato dalla guerra in Ucraina
L’analisi del ramo tedesco dell’associazione ambientalista realizzata insieme a McKenzie Intelligence Services
(Rinnovabili.it) – Gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) sono troppo pochi, appena 4. E si trovano di fronte troppe limitazioni imposte dalle forze di occupazione russe. Facendo diventare un compito impossibile il monitoraggio della situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, l’impianto più grande d’Ucraina e d’Europa. In questo modo l’attività dell’IAEA diventa miope, se non cieca. E non è in grado di capire qual è il vero stato di sicurezza della centrale.
È l’accusa lanciata oggi dal ramo tedesco di Greenpeace in un denso rapporto realizzato a partire da un’analisi di McKenzie Intelligence Services sulla situazione sul campo presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia, conquistata all’inizio del 2022 dalla Russia e a tutt’oggi molto vicina alla linea del fronte e minacciata anche dagli eventi bellici che si sviluppano a decine o centinaia di chilometri (come per la fornitura di energia elettrica o di acqua per il sistema di raffreddamento dei reattori).
Le accuse di Greenpeace
La missione di monitoraggio dell’IAEA “non è in grado di valutare in modo esaustivo le operazioni militari russe” e di conseguenza “non è in grado di rispettare gli impegni assunti nel suo mandato”, che includono un’osservazione costante e minuziosa della situazione a Zaporizhzhia per scongiurare il rischio di incidenti. Non solo. Le difficoltà di accesso e di verificare in prima persona la situazione fanno sì che le valutazioni dell’agenzia siano “di portata limitata, mancanti di analisi” e “diano troppo credito alle affermazioni militari russe”.
A maggio 2022, l’IAEA aveva fissato 5 principi cardine per garantire la sicurezza presso l’impianto. Secondo Greenpeace, la qualità del suo monitoraggio non è sufficiente a valutare il rispetto o meno dei principi. Mentre dall’analisi delle immagini satellitari fornita da McKenzie emerge una nutrita presenza militare russa nel sito, fatto che infrange uno dei 5 principi. Così, il lavoro di monitoraggio dell’IAEA “rischia di normalizzare quella che rimane una pericolosa crisi nucleare, senza precedenti nella storia dell’energia nucleare, esagerando al tempo stesso la sua effettiva influenza sugli eventi sul campo”.