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Nucleare, l’acqua della centrale di Fukushima avrà un impatto “minimo”

Centrale di Fukushima: impatti “minimi” dallo sversamento di acqua nel Pacifico
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Lo sversamento in mare dell’acqua della centrale di Fukushima inizierà nel 2023

(Rinnovabili.it) – Impatti “minimi”, con valori di radioattività più alti solo nelle immediate vicinanze del punto di sversamento e in rapido calo già a breve distanza dal sito. Valori che resteranno in ogni caso molto al di sotto delle soglie fissate dall’Oms. Sversare nel Pacifico l’acqua contaminata (e poi “ripulita”) della centrale di Fukushima è sicuro, garantisce la Tepco. L’azienda giapponese che gestisce l’impianto al centro del disastro nucleare del 2011 ha pubblicato i risultati della valutazione d’impatto condotta prima di liberare 1,37 milioni di metri cubi di acqua decontaminata nel Pacifico.

“La valutazione ha trovato che gli effetti dello scarico dell’acqua trattata tramite ALPS nel mare sulla popolazione e sull’ambiente sono minimi, poiché le dosi calcolate erano significativamente inferiori ai limiti di dose, agli obiettivi di dose e ai valori specificati dalle organizzazioni internazionali per ogni specie”, ha detto la Tepco riferendosi all’Advanced Liquid Processing System, cioè il sistema usato per decontaminare l’acqua della centrale di Fukushima.

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L’ALPS permette di togliere dall’acqua contaminata 62 radionuclidi e il carbonio-14, mentre non è efficace contro il trizio. Prima di sversarlo in mare, il liquido sarà diluito di 100 volte con acqua marina fino a scendere sotto una soglia di concentrazione di trizio di 1500 Bq/L (bequerel per litro). La simulazione fatta da Tepco prevede che i livelli di radioattività reali saranno nettamente più bassi.

“Mentre alcune aree direttamente sopra l’uscita del tunnel, prima della dispersione, mostrano concentrazioni superiori a 30 Bq/L, la concentrazione scende rapidamente nell’area circostante”, ha detto la Tepco. Lo sversamento avverrà attraverso un tunnel lungo circa 1 km collegato con le cisterne piene d’acqua da smaltire di fianco alla centrale di Fukushima. “Inoltre, la misura di 30 Bq/L osservata nell’area direttamente sopra l’uscita del tunnel è ancora significativamente al di sotto dello standard normativo nazionale (60.000 Bq/L) e delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la qualità dell’acqua potabile (10.000 Bq/L).

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La valutazione d’impatto ha toccato anche il capitolo che sta preoccupando di più le associazioni di pescatori giapponesi e i paesi vicini come Cina e Corea del Sud, cioè l’accumulo di radioattività nel pescato. Tepco fa sapere che la simulazione indica, anche considerando multiple fonti di contaminazione, che le dosi annuali di esposizione umana variano da 1,7 x 10 elevato alla -5 millisievert (mSv) all’anno a 2,1 elevato alla -3 mSv/anno. Valori “significativamente inferiori alla raccomandazione ICRP di 1mSv/anno”, e più bassi anche della soglia nazionale giapponese di 0,05 mSv/anno. (lm)

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