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C’è l’estrema destra dietro la polarizzazione online sulla crisi climatica

L’attività degli influencer di estrema destra è aumentata di 4 volte tra 2014 e 2021. Con un salto notevole in occasione della COP26. E il loro numero è passato da 3 a 56, allargandosi anche a “bolle” social in origine lontane dai temi climatici

Crisi climatica: così l’estrema destra cavalca la polarizzazione online
Photo by Brett Jordan on Unsplash

Lo studio analizza il dibattito online sulla crisi climatica durante le COP

(Rinnovabili.it) – L’estrema destra sta inquinando il dibattito online sull’azione climatica. Tra il 2014 e il 2021 l’attività su Twitter di utenti riconducibili a questa ideologia è aumentata di 4 volte. Con un salto di qualità durante la COP26 di Glasgow l’anno scorso. Risultato? Un picco di polarizzazione nelle discussioni sul social più importante per i giornalisti e importante anche nell’influenzare i politici. Ma la crescita della distanza tra utenti che parlano di soluzioni alla crisi climatica è visibile fin dal 2019, in coincidenza con l’emergere del movimento globale degli scioperi per il clima.

Come si parla della crisi climatica online?

Lo afferma uno studio pubblicato su Nature Climate Change che analizza il traffico online e la distribuzione ideologica degli utenti in corrispondenza delle COP, le conferenze internazionali sul clima. Durante la COP21, da cui è nato l’accordo di Parigi, la bolla di chi appoggia posizioni ideologicamente contrarie (“climate-contrarian”) a quelle della scienza sulla crisi climatica contava tre influencer di primo livello. Durante la COP26 di Glasgow il numero di influencer era lievitato a 56, di cui sei con un focus esclusivo sul clima.

Il che porta a una conclusione importante: il dibattito sulla crisi climatica è diventato materia di discussione al di fuori della cerchia di “specialisti”, facendo circolare narrazioni ideologicamente contrarie a quelle mainstream in molte più cerchie rispetto a pochi anni prima.

Lo spettro di queste conversazioni è molto ampio e va dal negazionismo puro e semplice (“il riscaldamento globale non esiste”) a variazioni sul tema (il climate change non è una cosa negativa, oppure non è colpa dell’uomo). Ma adotta anche strategie più sottili: affermare che le soluzioni climatiche proposte non funzionano, o attaccare la credibilità degli scienziati e del movimento per il clima.

Il ruolo dell’estrema destra

A trainare la crescita della polarizzazione sono in misura preponderante influencer conservatori e di estrema destra, ricostruisce lo studio. “I nostri risultati mostrano che la polarizzazione ideologica […] è stata bassa e sostanzialmente piatta tra la COP20 e la COP25, prima di un aumento significativo durante la COP26, guidato dalla crescente attività della destra”. E tra i temi delle discussioni online, intrecciati a cambiamento climatico e tagli delle emissioni, sono sempre più presenti altri argomenti cavalcati dall’estrema destra online in questi anni, come le teorie cospirative sull’origine del Covid e la gestione della crisi sanitaria da parte dei governi, a partire dal tema del Green Pass.

“L’opposizione all’azione per il clima è una caratteristica nota della politica populista, in gran parte dovuta all’associazione del cambiamento climatico con questioni di fiducia istituzionale e atteggiamenti populisti verso la scienza. Questa tendenza è stata probabilmente catalizzata dai sentimenti anti-scientifici durante la pandemia COVID-19”, nota lo studio.